Uno smantellamento che per Palomba somiglia molto a “una pugnalata nella schiena”.
Una decisione che suona ancora più incomprensibile, per Palomba, nel momento in cui si ripresenta con più forza l’emergenza dell’arrivo di profughi nel nostro paese.
Assurda, poi, l’idea di affidare la gestione di questo ridimensionamento a sondaggi su internet.
Il personale delle prefetture continua a mettere il massimo impegno in condizioni già difficili, assicura Palomba, ma a questo oggi si aggiunge il rammarico nel prendere atto di una superficiale conoscenza della realtà delle prefetture da parte di chi oggi ne sta decidendo il futuro.
Palomba auspica di poter avere un confronto con premier Renzi e il Ministro all’Interno per poter discutere di un progetto al momento non condiviso con le parti interessate.
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L’intervento firmato da Claudio Palomba per il Sinpref, Rocco Domenico Galati per lo Snadip-Cisal e Antonio Corona per l?Associazione Prefettizi.
Smantellamento delle Prefetture: cui prodest?
Le istituzioni e le relative riforme non possono essere ridotte a una semplice questione di qualche numero in più o in meno, soprattutto quando riguardano sicurezza e diritti essenziali dei cittadini.
Lascia perciò a dir poco stupefatti la disinvoltura con la quale è stato annunciato lo smantellamento della presenza dello Stato sul territorio con la chiusura di oltre il 60% delle attuali Prefetture.
Tra l’altro, per quanto consta, a nessun’altra Amministrazione dello Stato è stato chiesto così tanto!
Lascia ancor di più a bocca aperta il silenzio in proposito del Ministro dell’Interno, ormai Ministro di Polizia in pectore, sul quale, in una intervista apparsa a pag. 2 del Corriere della Sera di ieri, 1° maggio, il Prof. Giuseppe De Rita ci e si interrogava: «Cosa mai sarebbe (…) un ministro degli Interni senza le prefetture?».
Per una intera giornata si è rimasti doverosamente e rispettosamente in attesa di una reazione, di una dichiarazione, di un contatto, di una qualsiasi cosa purché qualche cosa.
Niente.
Se ne prende atto.
Certo, somiglia molto a una pugnalata alla schiena l’annuncio dello smantellamento della rete delle Prefetture nel medesimo momento in cui, a mero titolo di esempio tra i tanti altri, dalle stesse Prefetture – proprio in questi giorni, proprio in queste ore – si pretende di trovare improbabili soluzioni di accoglienza sull’intero territorio nazionale a fronte di crescenti e inarrestabili arrivi via mare dalle coste dell’Africa, soluzioni cui, senza sosta, turni e orari, sta collaborando l’intero personale.
Prefetture che già da giorni stanno inoltre assicurando la regolarità di una difficile tornata elettorale.
In questa… altrui ansia da prestazione, ciò che rammarica è quella che appare come una sostanziale superficiale, scarsa conoscenza di compiti e funzioni delle Prefetture da parte di molti autorevoli esponenti.
Nonostante il clima di incertezza e disorientamento in cui si ritrova a operare, il personale tutto delle Prefetture, già oltre il sostenibile, sta come sempre rispondendo all’appello.
Non si entra qui nel merito del disegno governativo di “smantellamento” semplicemente perché relativi logica, obiettivi, vision e conseguenze non sono stati resi noti se non in termini talmente vaghi e generici da rendere improponibile un commento minimamente ponderato e propositivo.
Nondimeno, il Governo ritiene di sottoporre questioni così cruciali alla valutazione di… internet, come se coloro che vi navigano siano tutti qualificati esperti di problemi della amministrazione, con particolare riferimento a quella dell’Interno, correlato sistema della sicurezza e non solo.
Con i consueti senso delle Istituzioni e costruttiva disponibilità al confronto, attendiamo una convocazione dal Presidente del Consiglio e dal Ministro dell’Interno.
Saremo ben lieti di ascoltare e di essere ascoltati.