Nella mia esperienza di detentore di bancomat ne ho viste parecchie. Dall’agenzia che tratta quotidianamente pratiche da centinaia di euro e che, nonostante le campagne per la tracciabilità del denaro, il POS ancora non ce l’ha all’artigiano che il POS ce l’ha ma per bellezza e risponde “per questa cifra facciamo in contanti, me li porti quando vuole” (e a volte capita che anche lo stesso registratore di cassa sia lì per bellezza, ma non generalizziamo). Ci sono tante imprese che si stanno adeguando ai tempi, va riconosciuto, ma i livelli europei e soprattutto americani di diffusione delle card sono lontanissimi. E non è solo questione di esercenti ma anche di clienti. Basta entrare nella nota catena di fast food: lì ogni cassa ha il suo POS nonostante i pagamenti il più delle volte si aggirino sui 10-15 euro. Tanto normale in America quanto inusuale da noi, talmente abituati a maneggiare il contante che piuttosto che pagare dieci euro col bancomat cerchiamo l’ultimo spicciolo nella più recondita delle tasche. Con buona pace del “per tutto il resto c’è…”. Connivenza evasoria (“con la fattura sono 50 euro, senza 35”)? Timori telematici (“e se poi la carta me la clonano”)? O forse semplice attaccamento fisico al denaro? Sarà per questo che nei negozi balneari della nostra Riviera sono apparsi quei curiosi asciugamani da mare a forma di banconote da 500 euro…