Lo abbiamo scritto in tempi non sospetti. Quando c’era ancora qualcuno che teneva in vita le flebili speranze dei tifosi. Il Rimini calcio è stato retrocesso in serie D.
È stato, non ci è andato.
Perché sul campo, mancano ancora undici partite da disputare. E con 33 punti a disposizione tutto può accadere. Ma il Consiglio Federale ha deciso così. Che la storia del Rimini, come quella di Gozzano e Rieti, venga spazzata via senza una reale motivazione, se non quella di cercare di tenere in piedi un sistema calcio che, non solo fa acqua da tutte le parti, ma che è vicinissimo al tracollo finanziario. Se andassimo a vedere la situazione economica dei club di serie A, ci sarebbe da mettersi le mani nei capelli. Indebitamenti per 400-500 milioni di euro. Cifre pazzesche.
Eppure, lunedì pomeriggio, al termine del Consiglio Federale, il presidente della FIGC, Gabriele Gravina, ha detto fiero “oggi ha vinto il calcio”. Verrebbe da chiedersi: quale? Perché il Rimini è stato retrocesso da un algoritmo: 29.01 punti contro i 29.75 del Fano, i 32.15 dell’Arzignano e i 32.47 dell’Imolese.
Una decisione che, naturalmente, ha scatenato una serie di reazioni. La prima è arrivata dal presidente biancorosso Giorgio Grassi che, in diretta Facebook, sulla pagina di «Icaro Sport» ha annunciato le sue “dimissioni irrevocabili”. Rimane da capire, a questo punto, visto che mister Grabo ha il 99% delle quote societarie, che cosa accadrà al Rimini. Le ipotesi sono tre: o mette una persona al suo posto, o vende oppure, ed è l’ipotesi che spaventa di più, mette tutto in liquidazione. C’è poi la reazione di pancia, immediata, di Sindaco e assessore allo Sport. Una protesta energica che si può riassumere con un unico termine: “ Vergogna!”. Qualcuno diceva che la speranza è l’ultima a morire. In questo caso, la speranza, è nei ricorsi che Grassi, ma anche il Comune, sono pronti a mettere in piedi. Anche in questo caso, però, sarà fatica, e denaro, sprecato. La FIGC, prima di prendere questa decisione, avrà sicuramente creato un ombrello per ripararsi da tutti questi atti giudiziari che certamente si aspetta. Pensare che qualcuno, alla vigilia del Consiglio Federale, era ancora convinto che il Rimini potesse farcela. Anzi, la disputa dei play out la si dava quasi per scontata. Non conoscendo, forse, il sistema calcio.
Un sistema che non guarda al merito sportivo. Anzi, di sport, il calcio, almeno a certi livelli, non ha praticamente più nulla. Troppi interessi. Troppi soldi. Una cosa è certa: da questa situazione ne escono sconfitte le Leghe. Quella di serie A, quella di serie B, ma soprattutto quella di serie C. Sconfessata in tutto e per tutto in un primo momento. E capace di rimangiarsi la proposta portata in prima istanza per poi, attraverso il suo Consiglio Direttivo, calpestare le regole per portarsi dalla sua parte la FIGC. Un Consiglio Federale che secondo alcuni avrebbe avuto una durata fiume e che, invece, ha sbrigato tutte le pratiche nel giro di poche ore. Avviso di chiamata alle 12, libera tutti già alle 15. A confermare che i giochi erano già fatti ben prima di sedersi tutti intorno allo stesso tavolo. Quindi, riassumendo, vengono promosse in serie B tutte le squadre classificate al primo posto nei tre gironi, vale a dire Monza, Vicenza e Reggina. La quarta, invece, salirà di gradino solo al termine dei play off che, ricordiamo, sono facoltativi. E veniamo alle retrocessioni. Scendo in serie D le ultime tre di ogni girone: Rimini, Rieti e Gozzano. Le ulteriori sei retrocessioni sono determinate a seguito della disputa dei play out tra le squadre classificate al penultimo, terzultimo, quartultimo e quintultimo posto di ogni girone. Ma attenzione, nel caso in cui, a causa di provvedimenti relativi all’emergenza da Covid-19, non fosse possibile concludere il campionato con la disputa degli spareggi, sono retrocesse in D le squadre classificate all’ultimo, penultimo e terzultimo posto di ogni girone.
Non è mica finita: nel caso in cui lo svolgimento dei play out dovesse essere sospeso e, pertanto, non fosse possibile concludere gli stessi entro il 20 agosto 2020, sono retrocesse in serie D le squadre classificate all’ultimo, penultimo e terzultimo posto di ogni girone secondo la classifica in atto, fatti salvi gli eventuali esiti definitivi determinati dai play out già disputati.