L’unione fa la forza. È davvero il caso di dirlo per la nuova sfida dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose “A. Marvelli” che, da quest’anno accademico, diventa Istituto interdiocesano delle diocesi di Rimini e San Marino – Montefeltro. Un progetto ambizioso di collaborazione, volto ad incrementare la diffusione e la qualità della cultura religiosa su un territorio più ampio. Il prof. Natalino Valentini, direttore dell’ISSR, è guida di questo importante passaggio.
Direttore come nasce il nuovo Istituto interdiocesano?
“È un passaggio davvero importante e ricco di opportunità per le due diocesi. Da anni, la Congregazione per l’Educazione Cattolica sta ridisegnando la mappa degli Istituti Superiori di Scienze Religiose presenti in Italia. Una rivisitazione che si è resa necessaria per diverse ragioni: la cura e la promozione della qualità accademica, la razionalizzazione delle risorse economiche e del personale docente. A livello centrale si è spinto sulla nascita di istituti regionali e interdiocesani, che potessero corrispondere ai parametri dettati dalla nuova intesa per l’Insegnamento della Religione Cattolica e il riconoscimento civile dei titoli rilasciati. In Emilia Romagna restano gli ISSR di Bologna e di Forlì (sostenuto da cinque diocesi). Si costituiscono due nuovi Istituti: l’ISSR che coinvolge le diocesi di Modena, Carpi, Reggio Emilia, Parma, Fidenza e Piacenza e l’ISSR di Rimini e San Marino-Montefeltro, con sede a Rimini”.
Come si concretizza la proposta? Dove si terranno i corsi?
“Il nostro Istituto ha sempre puntato in modo deciso su una proposta che sapesse coniugare lo studio e la ricerca teologica con una formazione permanente anche di carattere pastorale. L’intento è quello di potenziare e qualificare ulteriormente quanto già costruito, con pazienza, in questo ultimo decennio. Ai fedeli laici e a tutti coloro che desiderano mettersi in ricerca si propone un percorso di riscoperta dei tesori della fede e della sapienza cristiana, attraverso una seria conoscenza delle scienze religiose e teologiche, nel dialogo e nel confronto con la cultura del nostro tempo. L’attività didattica e formativa ordinaria continuerà a svolgersi nell’accogliente sede di Rimini, nell’antica dimora monastica sul colle Covignano. Mentre gran parte dell’attività di formazione integrativa e complementare si svolgerà nella Diocesi di San Marino-Montefeltro, compresa l’inaugurazione prevista nel pomeriggio di giovedì 13 ottobre a Domagnano”.
Quali gli insegnamenti proposti?
“Il ciclo di studi, grazie a qualificati docenti, propone una conoscenza sistematica e scientifica della tradizione ebraico-cristiana e della teologia cattolica, a partire dai loro fondamenti, nel confronto e nel dialogo con le altre tradizioni culturali e religiose; un percorso arricchito annualmente anche da corsi speciali come le lingue bibliche (ebraico e greco), ma anche da seminari di ricerca, conferenze, giornate di studio su specifiche tematiche. È una proposta formativa che non ha eguali sul nostro territorio per ampiezza dell’offerta e completezza di sguardo sui diversi versanti della cultura religiosa. L’obiettivo è una conoscenza integrale, che allarghi gli spazi della razionalità, per riaprirla alle grandi questioni del vero, del bene e del bello, coniugando tra loro la teologia, la filosofia e le scienze. Tra le principali proposte di quest’anno vorrei segnalare i cinque incontri pubblici sull’esortazione apostolica Amoris Laetitia (da novembre a maggio); i seminari di ricerca sulla teologia di Lutero e della Riforma; alcune conferenze sulla Dottrina sociale della Chiesa; i laboratori biblici; un Convegno sull’Arte Sacra”.
Quanto pensa sia importante che la vita di fede si nutra di un percorso di formazione come quello proposto dall’ISSR Marvelli?
“Il dono della fede chiede di essere quotidianamente accolto, custodito, nutrito. In epoca contemporanea è non solo opportuno, ma direi necessario, ritrovare un rinnovato dialogo tra Vangelo e cultura, tra fede e ragione. Giovanni Paolo II lo aveva colto mirabilmente affermando: «Una fede che non cerca la propria intelligenza è una fede non pienamente accolta, non intensamente pensata, non fedelmente vissuta». Nell’atto di fede l’uomo conosce la bontà di Dio e comincia ad amarlo, ma, come dice sant’Agostino, l’amore desidera conoscere sempre meglio colui che ama. Se non si prende coscienza del dono ricevuto e lo si coltiva, la fede rischia di trasformarsi in fideismo, in sterile devozionismo e persino in pericolosa superstizione e idolatria”.
La comunità ecclesiale è cosciente di quale sia la posta in gioco?
“La formazione dei fedeli laici, soprattutto di coloro che rivestono particolari ministeri o svolgono speciali servizi pastorali è una questione cruciale per l’azione missionaria ed evangelizzatrice della Chiesa. Siamo di fronte a sfide antropologiche e culturali epocali. La formazione non è certo un vezzo «intellettuale» o per pochi. È strettamente connessa alla nostra capacità di dare risposte alle domande urgenti che la società ci pone: secolarizzazione, crisi del modello di famiglia e delle relazioni affettive, emergenza educativa, crescita del fondamentalismo, profondi rivolgimenti in campo bioetico, economico, ecologico. L’investire per far crescere una fede «adulta» e «pensata» è uno dei doni più preziosi che una comunità può offrire ai suoi laici. In questa prospettiva l’offerta formativa garantita dall’ISSR costituisce una risorsa straordinaria per tutta la Chiesa diocesana, anzi per le due Chiese diocesane”.
Simona Mulazzani