A Kassel, nella Germania del Nord, ha aperto e forse presto chiuderà un aeroporto da ben 13 voli a settimana, il quinto scalo nel raggio di appena 200 chilometri. Il volo inaugurale è stato sospeso per mancanza di passeggeri. La notizia fa non dico ridere, perché noi riminesi siamo gli ultimi a poter ridere degli aeroporti altrui, ma un pochino sorridere. La moderna e friburgheggiante Germania, sempre pronta a ergersi a maestrina d’Europa, colta in un peccato di puro provincialismo. Da noi siamo alla fase successiva: ci si è finalmente resi conto che la politica del “un aeroporto non si nega nessuno” ha creato più danni che altro e lo Stato ha deciso di aiutare solo quelli principali, tra i quali c’è Rimini e speriamo continui ad esserci. E oggi si sfoga la comprensibile rabbia degli esclusi: pochi giorni fa il presidente della Provincia di Forlì-Cesena ha detto peste e corna delle politiche regionali che avrebbero favorito il “Fellini” affossando il “Ridolfi”. Un po’ come il figlio probo del padre del figliol prodigo nei confronti del fratello dissipatore delle grazie ricevute (con la differenza, nella parabola, che lì in famiglia almeno un figlio che produce utili c’è). Che con gli aeroporti non si scherza lo capiranno presto anche in Germania, c’è da contarci. Con l’auspicio che sia di qua e di là le ultime vicende abbiano insegnato a volare basso. O, nel caso di aeroporti da due voli al giorno, a non volare neanche.