Quel burattino è un mito. Anzi, “Se il «mitismo» di una figura immaginaria risiede nelle sue varianti e trasformazioni, Pinocchio vive di diritto nei Campi Elisi del mito” assicura Paolo Fabbri. Nonostante più che un burattino sia una marionetta, non c’è campo artistico che non si sia confrontato con Pinocchio. Dal cinema fino alle arti figurative, dalla letteratura al teatro fino al fumetto e al musical, il personaggio di Collodi ha “dialogato” con l’arte e persino con la teologia, grazie al famoso trattato che gli ha dedicato il cardinal Biffi. Ma il dialetto, oggi sempre meno praticato? Perché Pinocchio in dialetto?
I numeri spesso sono aridi, ma vogliono sempre dire qualcosa e anche nel caso di Pinocchio rendono l’idea. I 22 milioni di occorrenze del lemma “Pinocchio”, più i 2 milioni e mezzo del suo autore, Carlo Collodi, ci avvertono che anche la rete si è aperta ai piedi di legno del magico burattino. Senza contare, che – dopo la Bibbia – il famoso testo di Carlo Collodi è il libro più tradotto nel mondo. Una stima fornita dalla Fondazione Nazionale Carlo Collodi sul finire degli anni Novanta, e basata su fonti Unesco, parla di oltre 240 traduzioni, in tutte le lingue e dialetti del mondo.
Non sorprenda dunque la prima elegante edizione bilingue italiano-dialetto riminese, che l’editore Guaraldi ha appena pubblicato. E neppure la interessante due giorni “Le linguacce di Pinocchio. Pinocchio nelle lingue e nei dialetti del mondo”, organizzata a Palazzo Buonadrata di Rimini, Monologhi di Pinocchio in varie lingue e dialetti a cura della Compagnia del Serraglio con il coro di voci multilingue della Comunità monastica di Montetauro, l’incontro tra collezionisti di edizioni rare del burattino collodiano e una mostra di disegni originali, illustrazioni ed edizioni rare e versioni dialettali. E la partecipazione di Andrea Rauch, pittore e “pinocchiologo“ riconosciuto, curatore delle grandi Mostre Collodiane per la Regione Toscana; e di Mauro Minghi, collezionista di oltre 800 testi rari di Pinocchio, ovvero i curatori di un’esposizione di trenta illustrazioni (da Jacovitti a Roland Topor) in compagnia di Geppetto e Mangiafuoco, la Fatina e il Grillo Parlante. Un potenziale coro multilingue per Pinocchio nel ventre del Pescecane riminese, il quale si scopre avere più d’un legame con la “marionetta” collodiana. Lo stesso Federico Fellini a 7 anni aveva “pitturato” la sua prima edizione di Pinocchio, per poi regalarla con dedica, ben rilegata, alla mamma, in occasione di uno dei suoi ultimi compleanni. Il semiologo Paolo Fabbri, inoltre, ha scoperto certi inquietanti passi paralleli fra Pinocchio e Casanova, appena pubblicati nel suo ultimo saggio Fellinerie, una variante riminese e platonica del mito di Pinocchio.
In lingua o dialettofono, il burattino collodiano, in lingua o dialettofono, può ancora recitare ancora un ruolo importante.
Paolo Guiducci