Forse non sarà ladrona, ma Roma è perlomeno cattivona. La Provincia che a Rimini avevamo conquistano dopo una vita ce la tolgono quasi subito. Lamentele e recriminazioni sono senz’altro legittime, ma ormai bisogna farsene una ragione. E al dibattito su una provincia unica con Ravenna, Cesena e Forlì, il pensiero non poteva non andare a chi, a modo suo, è stato precursore dell’idea di una Romagna unica: Pierino Brunelli, lo storico fautore della Magna Romagna, balzato sulle ribalte una quindicina di anni fa quando la Gialappa’s per Mai dire Tv attingeva a piene mani dalle sue apparizioni nelle tv locali. Certo, diversi aspetti dell’impero da lui teorizzato sono discutibili e difficilmente realizzabili, a partire dalla sua autoproclamazione a imperatore, ma anche una tassazione che prevede la cessione del 100% dei beni in nome di una fratellanza planetaria (e noi che ci lamentiamo dell’Imu). Con i dovuti distinguo, qualcosa potrebbe comunque essere presa a ispirazione, e non solo la “PIadina imperiale” come cibo ufficiale. Questa entità unica che ancora non si capisce bene cosa deve essere, un nome ce lo dovrà pure avere. Si teme un ravennacentrismo, ma ci rifiutiamo categoricamente di appartenere a una cosa tipo “Ravenna & le province di Romagna”, stile gruppo folk. E allora perché non Magna Romagna? Se Roma ci cancella le province, noi rispondiamo con un nome così imperiale da farle invidia. Però, non ce ne voglia il buon Brunelli, l’imperatore magari lo scegliamo noi.