Sono A centinaia i volontari dei piccoli centri che alle ferie d’agosto preferiscono il lavoro e l’impegno. Qui, nell’entroterra più entroterra che ci sia, si lavora per mantenere in vita la tradizione e l’identità di un paese. Spesso si tratta di iniziative minori, piccoli budget ma grandi emozioni.
Ecco che nel fine settimana arriva la Sagra della patata di Montescudo, una kermesse dedicata al tubero che nell’agricoltura comune raggiunge una caratteristica di eccellenza, e la più informale serata domenicale in piazza a Coriano, con Liscio spaghetti e sangiovese, come l’apoteosi della romagnolità. Ma è la settimana successiva, quella di Ferragosto, che permette un’ampia possibilità di scelta per fare festa, in tutti i centri, dai più grandi ai più piccoli. Tra i primi non possiamo dimenticare Gemmano con la sua Sagra della pappardella al cinghiale, un autentico trionfo di sapori decisi. Come esempio di località minori segnaliamo la tradizionale Festa della Madonna a Valliano, prevista per venerdì 15. Nella frazione di Montescudo si somma la naturale ospitalità della sua gente con il radicato sentimento di devozione alla Madonna Succurrente, venerata nella chiesa. La festa si svolge attorno al complesso ex parrocchiale che ospita, dentro la canonica, un interessante museo etnologico e dedicato alla civiltà agricola locale. Nella splendida chiesa, ampliata ed abbellita dai domenicani nel Quattrocento, circondata da ex voto si conserva una statua settecentesca raffigurante la Beata Vergine oggetto di una particolare tradizione popolare: i suoi neri capelli sono veri, donati da fanciulle del paese anch’essi come ex voto.
Nelle due serate successive, sabato 16 e domenica 17 agosto, nel centro di Coriano si ripete l’esperimento tentato l’anno scorso dall’instancabile Maria Adele Magnani per far rivivere una tipica festa contadina, come quelle che si tenevano nelle aie alla fine della stagione dei grandi raccolti. A caratterizzare questi incontri collettivi, erano musica e balli ma anche la condivisione delle cibarie che ogni famiglia si portava da casa dentro il grande fazzoletto a quadrettoni colorati, “l’algaza” che da il nome alla iniziativa, la “Festa d’l’algaza” appunto.
Maurizio Casadei