Si chiama “Piano Strategico”: due parole per sintetizzare un progetto che, fin dalle sue prime intenzioni, si presenta come una delle più importanti e complesse sfide del panorama riminese. L’intenzione di Rimini venture 2027 è quella di “disegnare” la Rimini del futuro, quella che all’ombra dell’Arco si dovrebbe sviluppare da qui a vent’anni. Secondo una logica urbanistica onnicomprensiva e lungimirante che, per intenderci, dovrebbe andare oltre il semplice “collage” di singole opere e costruzioni, sommate e messe in piedi l’una sull’altra disordinatamente. “Rimini ha fatto cose importanti in questi anni, ma non ha mai avuto un disegno strategico, complessivo, che metta in rete le singole azioni – dichiara il vice sindaco Maurizio Melucci (è lui l’amministratore incaricato al Piano) – Ora ce lo daremo”. Perché il futuro non si costruisce programmando solo mattoni.
La sfida
Rimini guarda a modelli come Barcellona, Glasgow, Lione e Detroit. Città che hanno fatto di uno sviluppo studiato ed armonico il loro punto di forza. Ma pianificare a lungo termine vuol dire anche correre un rischio: definire la Rimini che verrà in modo assolutamente astratto, lontano dagli effettivi desideri e bisogni dei suoi abitanti.
Ecco perché un’altra caratteristica fondamentale di questo Piano Strategico è, sempre secondo le intenzioni di Palazzo Garampi, “l’attivo coinvolgimento e la partecipazione di tutti i soggetti del territorio”. Tanto basta a rendere la sfida ancora più complessa.
Come dare voce ai “mille volti” che popolano la città? Come rappresentare le diverse sfumature che colorano una comunità vivace come quella riminese? Come permettere il dialogo tra queste molteplici voci della società civile e quelle – decisive – degli amministratori? E, soprattutto, quanto e in che modo, il Piano Strategico conterà nella “Stanza dei bottoni”? In che modo si porrà con il futuro Piano Strutturale Comunale?
Tante domande a cui dare risposta, tante questioni di cui, molto probabilmente, numerosi cittadini non hanno neppure la minima idea. Perché il Piano Strategico, nella sua complessità, per molti è ancora un’enigma. Eppure uno dei suoi pilastri dovrebbe essere proprio la partecipazione condivisa. Questa pagina nasce dall’obiettivo di fare un po’ più di chiarezza, sempre nei limiti del possibile, illustrando punto per punto i contenuti da cui la squadra di lavoro è partita, il metodo adottato nella preparazione del Piano e l’iter burocratico che verrà seguito. Almeno sulla carta.
I gruppi di lavoro
Le parti in gioco sono tre. Primo, il Comitato promotore del progetto guida della città per i prossimi vent’anni, costituito da Comune di Rimini, Provincia di Rimini, Camera di Commercio e Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini. Sono questi enti ad aver sottoscritto il protocollo di intesa. Un importante contributo è dato dalla seconda, ma non meno importante, parte in causa: il Comitato scientifico presieduto dall’architetto Felicia Bottino (ex assessore regionale al Turismo) affiancato da Giuseppe De Rita, segretario del Censis, l’economista riminese di area cattolica, Stefano Zamagni e Marcella Gola.
Il terzo protagonista – la grande novità – è rappresentato dal Forum delle associazioni (presieduto dall’ex presidente dell’Associazione Albergatori, Maurizio Ermeti) con il compito, appunto, di rappresentare e riunire la società civile. Ne fanno parte 250 rappresentanti di 50 associazioni tra le più svariate. Tra queste, realtà cattoliche come le Acli, Agesci, Azione Cattolica, Caritas diocesana, Centro culturale Paolo VI, Centro Universitario Diocesano, Compagnia delle Opere, l’Umana Dimora di Rimini e dell’Adriatico, Masci, Meeting per l’amicizia dei popoli, cooperativa Millepiedi, il Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale, Scuola di impegno sociale e politico “Tommaso Moro” e Servizio Progetto Culturale diocesano.
Ma ci sono anche categorie economiche (da Confindustria a Associazione Piccole e Medie Imprese, da Cna a Confartigianato, Confcommercio, Confcooperative, Legacoop e Confagricoltura), libere professioni (Collegio geometri, periti agrari, periti industriali, Ordine degli ingegneri, Ordine degli architetti, fino all’Associazione Albergatori), realtà ambientaliste (Forum Ambiente provincia di Rimini, Marecia mia, Pedalando e Camminando) e del mondo artistico (Reti della Cultura).
Il Forum è rappresentato anche dal gruppo Giovani, composto da 56 persone dai 20 ai 39 anni, indicate dalle organizzazioni che compongono il Forum.
A questi protagonisti si aggiunge la Direzione tecnico-amministrativa del Piano Strategico, che fa capo alla Direzione Generale del Comune di Rimini ed è affidata ad un’apposita Unità Operativa. La sede è in via Rosaspina 7.
I temi
L’impianto generale del Piano Strategico è stato suddiviso in tre grandi aree tematiche: economia, società e cultura. I temi del Piano sono otto: città delle reti e delle infrastrutture tecnologiche; città che soddisfa i bisogni di tutti i cittadini; città delle relazioni internazionali e porta dell’Adriatico; città destinazione turistica e del benessere; città creativa e della conoscenza; città delle imprese innovative e di qualità; città mobile e senz’auto; città che valorizza il patrimonio storico, culturale, paesaggistico e le tipicità.
I tempi
La prima presentazione ufficiale alla stampa delle intenzioni del Piano Strategico di Rimini risale al febbraio 2007.
Il 2 luglio il “debutto in società” con una conferenza pubblica sul progetto. Il protocollo di intesa sottoscritto dagli enti promotori risale invece al 29 novembre 2007.
All’inizio del 2008 viene completato il documento Verso il Piano Strategico. Analisi dei processi socio-economici in corso a cura del Censis: una fotografia su Rimini che riassume diversi aspetti (dai dati sull’andamento demografico alle vivacità e anomalie del mercato del lavoro locale; dalla destagionalizzazione turistica all’industria).
Verso la fine del 2008 inizia l’attività di confronto e di discussione da parte delle associazioni del Forum. L’obiettivo è quello di elaborare idee e proposte come contributo concreto alla definizione del Piano Strategico di Rimini.
Il 19 novembre gli esperti incaricati illustrano a tutti i partecipanti dei gruppi di lavoro gli scenari di riferimento rispetto ai temi e agli obiettivi del Piano.
Il 25 e 26 novembre al Palacongressi di Rimini, il primo incontro dei gruppi di lavoro.
Le attività dei vari gruppi di lavoro porteranno a definire dei metaprogetti per ciascuna area tematica, che verranno poi raccolti per definire le azioni progettuali
Entro marzo 2009, fanno sapere da Palazzo Garampi, sarà pronto il documento preliminare in cui confluirà tutto il lavoro del Forum.
Entro due-tre anni dovrebbe arrivare il Piano vero e proprio: pur non vincolante a livello amministrativo, sarà una bussola su cui orientare le prossime scelte e verrà aggionato, di norma, ogni tre-quattro anni.
Il dibattito
Oltre al lavoro delle associazioni riunite nel Forum, la società civile è coinvolta attraverso il sito internet (creato per l’occasione) www.riminiventure.it. Al suo interno c’è una sezione che invita il comune cittadino a compilare un questionario “aprendo finalmente il baule dei tuoi desideri e dei tuoi sogni”. Le domande riguardano la città: come la si vede, come la si sogna, come la si immagina tra vent’anni, gli obiettivi da suggerire agli amministratori, ecc.
E per chi non dispone di un computer e di un collegamento internet? Da Palazzo Garampi annunciano che intorno al mese di giugno sarà allestito un apposito spazio (urban center) per la raccolta delle medesime informazioni.
Alessandra Leardini