Emanuela Palumbo ha 48 anni. Dal 2016 è volontaria alla mensa della Caritas diocesana. Lavora part-time (da aprile ad agosto) per il Meeting di Rimini all’Ufficio Volontari.
Il suo primo incontro, come volontaria, con le popolazioni terremotate delle Marche è nel gennaio 2017, quando per 10 giorni si mette al loro servizio. Poi di nuovo dal 27 febbraio al 5 marzo dello stesso anno, ospite entrambe le volte della Caritas delle Marche.
Ma il legame che si crea con quella gente non finisce lì e torna altre otto volte per uno o due giorni, di sua iniziativa, “sia per andare a salutare … che per fare ’spesa’ … raccogliendo ordini per ciauscoli, formaggi e dolci tra gli amici di Rimini”. Le abbiamo chiesto come ha trovato la situazione dopo il suo ultimo viaggio.
Sono tornata nelle Marche il 10 e 11 Marzo. È dallo scorso dicembre che sono lontana da questi luoghi divenuti per me così familiari. Oggi è la decima volta che torno da quando, nel gennaio 2017, come volontaria Caritas, ho iniziato a prestare servizio nei camping che ospitavano gli sfollati del terremoto.
Sono felice ogni volta di ritornare perché con diverse persone si sono creati dei rapporti forti, genuini, di amicizia vera e, lontana, ne sento la mancanza.
Anche stanotte la terra ha tremato, due forti scosse e per tutti di nuovo l’incubo si riaccende, si va a letto calcolando quanto si potrà impiegare per correre alla porta e scappare fuori.
Quando i miei amici e familiari sanno che sono stata nelle Marche, mi viene rivolta la stessa domanda: “Come stanno?”. Ma non si può dare una risposta sola, perché ognuno ha la sua storia, il suo post-terremoto, la sua ripresa. Allora racconto di ognuno singolarmente…
Una delle persone più straordinarie è una signora di 84 anni che mi attende nella hall di un albergo di Porto Sant’Elpidio. È qui da tanti mesi, dopo averne passati altrettanti in un camping. Un grande abbraccio e tanta commozione. È in attesa della sistemazione della sua casa, che quindi non verrà abbattuta e per questo non ha avuto diritto ad una casetta, dovrà solo aver pazienza… Passerà la seconda estate lontano dal suo paese e non è stato facile vedere man mano i “compagni” di albergo tornare verso casa e non essere mai i prossimi… Ma lei è solare, attiva, non si dà per vinta, fa amicizia facilmente e quando le dono una colomba pasquale ha subito il pensiero di condividerla con i proprietari dell’albergo, perché si sente parte di una grande famiglia.
Un’altra bella accoglienza la ricevo da una delle prime persone che ho conosciuto: una signora, anch’essa di 84 anni, a cui voglio un gran bene, ci sentiamo spesso. Mi ospita a casa del figlio e passiamo parte del pomeriggio insieme. È in attesa della casetta, ha cambiato non so quante sistemazioni da quel lontano giorno. Lo scorso gennaio abbiamo spesso passeggiato in riva al mare, le giornate erano fredde e monotone, si conviveva con la paura del terremoto e con l’incertezza del futuro; ora in lei prevale la rabbia e la delusione per come sono state gestite le cose…
Domenica mattina rivedo finalmente un amico che sapevo tornato al suo paese, mi accoglie nella casetta nuova, consegnata da qualche mese. Sta bene, ha nuovi vicini…va d’accordo con tutti. Sempre allegro, nonostante tutto. Mi commuovo però quando, sulla soglia, mi indica proprio davanti a noi la sua vecchia casa, dovrà essere presto abbattuta. Che dolore ogni giorno vedere il proprio passato, quello per cui si è lavorato una vita…davanti ai propri occhi! Una mattina si alzerà e non ci sarà più.
Vado nel negozio di un amico a far provviste e trovo una persona che non rivedevo da tanto tempo. Quanti pomeriggi abbiamo trascorso al camping a Porto Sant’Elpidio a chiacchierare, giocare a carte, fare merenda con ciauscolo e piada. Che meraviglia ritrovarsi così per caso!
Continuo a girare per due giorni… Fiastra, Pievebovigliana, Pieve Torina, Visso, Ussita, Porto Sant’Elpidio, sempre in cerca dei miei nuovi vecchi amici.
Raccolgo racconti e speranze, scambio abbracci e promesse di un ritorno a breve.
Porto via con me, ancora una volta, la certezza di aver conosciuto grandi persone, che mi permettono di entrare nelle loro vite come se fossi di famiglia.
Il terremoto prima o poi si fermerà.
Emanuela