Uno spazio dedicato a suggestioni enogastronomiche tra cultura e design. Dove poter assaggiare e acquistare le eccellenze romagnole, leggendo un bel libro, ascoltando buona musica o magari facendo un salto dall’altra parte del mondo grazie a computer di ultima generazione. Il tutto stando seduti sulle “ball” create appositamente da Technogym. Un laboratorio con una cucina a disposizione, dove sperimentare, provare, condividere. Un luogo d’incontro, di socializzazione, ma soprattutto un “sogno” per chi arriva da ogni parte del pianeta.
La grande sfida. Tutto questo è Palato, la nuova sfida di Enrico Santini. Un uomo nato dalla terra, che nella terra crede ciecamente.
“Rimini è un’eccellenza nel mondo. È un luogo che condensa in se stesso primizie di vario genere che non si trovano da nessun’altra parte. Noi abbiamo deciso di metterle insieme dando l’opportunità a chi ci verrà a trovare di poterne godere. Lo abbiamo fatto in prima persona, perché in questo momento, per far ripartire la nostra economia, l’unica cosa che non bisogna fare è piangersi addosso. Adesso è il momento di investire, di rischiare. Una sfida che ho lanciato perché amo la mia città e perchè sono certo che l’enogastronomia, unita alla cultura e al design possa essere il motore giusto per far ripartire la macchina”.
Due piani, 130 metri quadrati, incastonati all’interno del nuovo Palacongressi, con un design nato e pensato appositamente per questo spazio innovativo.
“Degustare un buon vino o una pietanza è un’esperienza e pensare che questa possa essere vissuta in maniera slegata dall’ambiente in cui avviene è del tutto insensato. Come non è un caso che si sia scelto il Palacongressi per questa nostra sfida. Perché Palato è un progetto avveniristico, sostenibile, è una scommessa per Rimini, una nuova frontiera per la valorizzazione del territorio. Nessun altro luogo della città avrebbe potuto rappresentare tutto questo, se non il Palacongressi, collocato al centro dell’anello verde della città, una struttura accessibile, moderna e funzionale che ha in comune con Palato la visione di Rimini proiettata al futuro. Un Palacongressi che tutti dobbiamo coccolare: Comune, Provincia, Regione perché di più belli in Europa non ce n’è”.
Che vetrina! Palato è anche una vetrina di scambio tra produttori, rivenditori e consumatori delle eccellenze del territorio, che non troverebbero il giusto spazio e, soprattutto, il giusto valore nei canali di vendita o di promozione tradizionali. Ma vuole anche far scoprire mete insolite del territorio romagnolo, facendone conoscere gli aspetti più veri e meno celebrati, magari perché meno frequentati dai turisti, ma non per questo meno importanti per la cultura enogastronomica italiana.
“Il nostro territorio ha delle ricchezze inimmaginabili. Quando sento dire che siamo a terra, che il mondo dell’agricoltura è in crisi, mi vengono i brividi perché ci sarebbero mille opportunità. Ne dico una su tutte: l’olio. Voi sapete che la provincia di Rimini ha il primato regionale nella produzione d’olio? E lo sapete quanto mercato copre? Solo il 2%. Allora bisogna conquistare il restante 98% e possiamo riuscirci. I turisti, soprattutto stranieri, che vengono da noi, ci vengono perché sanno che siamo gioviali, ospitali, perché amiamo mangiare e bere bene. Per questo dico che bisogna riscoprire le nostre origini, la nostra campagna e Palato da questo punto di vista può essere uno strumento d’aiuto. Ditemi voi chi può permettersi di offrire sulla stessa tavola il tartufo e le ostriche: noi possiamo farlo grazie al tartufo dell’alta Valmarecchia e alle ostriche di Cattolica. Per non parlare della frutta e soprattutto del vino. Il nostro vino, un’eccellenza riconosciuta in tutto il mondo. Eppure se lo fai degustare a certi riminesi non sanno neppure che è delle loro colline, un po’ come avviene per Federico Fellini: in tutto il mondo ce lo invidiano e noi, qui, lo snobbiamo. Ecco, Palato vorrebbe essere una vetrina della nostra terra, della nostra voglia di ripartire e di conquistare quel mercato dell’est che adesso va per la maggiore”.
Il Palato che si apre. Ma Palato offre anche molto di più. Ad esempio porta avanti diversi progetti educativi dedicati alle aziende agricole o agli Enti Pubblici operanti nel settore agroalimentare o nella ristorazione.
“Organizza e promuove attività di formazione e corsi di aggiornamento, finalizzati a una piena consapevolezza della nostra cultura alimentare, punto di partenza per la valorizzazione del nostro territorio e delle aziende locali. Palato, insieme a esperti del settore, contribuisce alla formazione di professionisti qualificati nell’organizzazione e sviluppo del turismo enogastronomico locale e nella promozione di prodotti alimentari di alta qualità”.
Le aree tematiche dei progetti formativi sono le più diverse, si va dai corsi di cucina tipica, allo sviluppo dell’imprenditorialità passando per tecniche e tecnologie produttive agronomiche, la storia dell’agricoltura e dei prodotti locali, marketing territoriale, management dell’ospitalità e del turismo enogastronomico, progettazione business plan, valutazione finanziaria degli investimenti, modelli di sviluppo sociale a basso impatto ambientale e, naturalmente, comunicazione e promozione culturale ed enogastronomia.
“Un sogno? Può darsi, ma a me piace sognare – conclude Santini – tutti dovrebbero sognare. Ma perché questi sogni si possano trasformare in realtà è necessaria la collaborazione di tutte le parti in causa. Faccio un esempio, nei nostri ristoranti bisognerebbe presentare menù della nostra terra, vini delle nostre colline. Con questo non voglio dire che non ci debbano essere gli altri, ma non si può offrire come primo piatto, chessò, il salmone. Rimini è Rimini, Rimini ha le sue radici ed è giusto ripartire da quelle, riscoprirle”.
Perché per certi sapori ci vuole… Palato.
Francesco Barone