Franchising mangia franchising. L’economia attuale crea infatti nuovi scenari dove anche le vittime della crisi diventano a loro volta oggetto di business. Avrete notato la recente diffusione (un paio di punti hanno aperto anche in centro storico a Rimini) di una catena di negozi in franchising che propongono oggettistica, libri e vestiario assortiti vagamente alla rinfusa ma a prezzi assai convenienti. I canali di rifornimento sono infatti, come recita il sito dell’azienda, “rimanenze di magazzino, fine serie, fallimenti”. Perché “con la flessione negativa sugli acquisti, sempre più aziende si ritrovano un avanzo di magazzino”. Il franchising ha sede a Rimini, ma ha già aperto in due anni una quarantina di punti vendita in tutta Italia e ce ne sono altri di prossima apertura, a conferma della piena rispondenza del business allo spirito del tempo. Da una parte, l’esigenza delle aziende di fatturare anche con l’invenduto, dall’altra l’esasperata ricerca dell’articolo a buon mercato da parte dei cittadini. Tra la merce in vendita c’è anche quella di un altro franchising fallito un paio di anni fa, purtroppo con dolorose conseguenze occupazionali per la centrale a Cerasolo. Il marchio era noto per la sua presenza con televendite in tutti i grandi network tv nazionali, presenza che però non è bastata a evitare una crisi fulminante così come lo era stata l’espansione. Paradossi dei nostri tempi. Per le prime cinquanta telefonate, l’articolo in offerta speciale. Ma a chi aspetta un paio d’anni, invece, l’articolo glielo tirano nella schiena.