I prezzi variano, i tassi d’interesse pure, la speculazione vola. Ma su una cosa tutti concordano.
“Il problema casa è di una portata tale, che per affrontarlo cercando di incidere seriamente, è indispensabile operare tutti assieme e in maniera coordinata”. Il direttore Generale di Acer Rimini, Franco Carboni, è convinto che “concertazione” sia una parola più attuale che mai per fronteggiare l’emergenza casa. Concertazione è stato anche il filo rosso alla base della tavola rotonda del 4 dicembre sull’emergenza casa, organizzato da Acer: in quell’occasione è stato presentato il “Rapporto sulla condizione abitativa e il mercato della locazione nella provincia di Rimini”.
Il documento sull’emergenza casa stilato dalla Diocesi di Rimini, che interroga società civile e istituzioni, sta dunque ricevendo le prime risposte. L’Azienda Casa per l’Emilia Romagna, ad esempio, ha giudicato “estremamente interessante e positivo il progetto della Diocesi di rendere utilizzabili un centinaio di alloggi, in provincia, a condizioni favorevoli per le giovani coppie”, e ha deciso di rispondere con un suo documento.
Un forum sulla casa
Occorre “la creazione di un tavolo di lavoro congiunto che coordini tutti i soggetti che si occupano del tema, e mirato alla realizzazione di un piano casa unico e sinergico”. Uno strumento operativo, coordinato dalla Provincia, per fare sintesi tra proposte e impegni economici dei vari soggetti. “Lavorare insieme, senza dispersione di energie in maniera più efficace, per produrre risposte concertate, concrete e realizzabili” è insomma l’idea di Acer. Che deve fare i conti con fondo sociale per l’Affitto, domande di accesso agli alloggi di Erp, sfratti per morosità, ovvero gli indicatori del crescente disagio abitativo che emergono dal report di Acer.
I prezzi sono in crescita sia per l’acquisto che per l’affitto. In particolare i canoni nelle aree urbane italiane sono cresciuti (fonte Nomisma) del 66,7% dal 1991 al 2007. A soffrire di più dal punto di vista economico sono le famiglie in affitto (38%) rispetto a chi vanta una casa di proprietà (10%).
Nel 2008 la Caritas riminese ha offerto un aiuto economico per pagare l’affitto ad oltre 150 famiglie in difficoltà, di cui 98 italiane. E sono tante le famiglie che si sono rivolte all’Acer per una casa popolare: per il fondo sociale affitto tra il 2001 e il 2007, il numero dei contributi erogati è cresciuto da 1.934 a 3.519, facendo segnare un + 82% in 6 anni. Il 61% dei contributi erogati è andato alla fascia di famiglie più povere.
A disposizione dei nuclei familiari più bisognosi è la locazione in alloggi ERP e le richieste di accesso aumentano. Nel 2007 le domande nella provincia di Rimini sono state 2.002 e nel 2008 sono salite a 2.076. Molti sono già utenti del Fondo per l’Affitto e/o sono soggetti a sfratto. Tra le province dell’Emilia Romagna, Rimini è quella maggiormente afflitta dal problema: qui si verifica uno sfratto ogni 283 famiglie, a fronte di una media regionale di uno sfratto ogni 415 nuclei, e di 1 ogni 525 nazionale.
Riconvertire hotel
Rotatorie, fogne, piste ciclopedonali, sono sempre più le opere di urbanizzazione richieste dai Comuni nei a “corredo” delle nuove costruzioni. Questo può agevolare le grandi imprese costruttrici a scapito di quelle più piccole, favorendo la speculazione edilizia?
“Se il Comune riesce a fare programmazione dipende dalla sua capacità, e se in cambio ottiene opere pubbliche ben vengano questi accordi, purché alla luce del sole e con un ritorno pubblico. – afferma Carboni – Ad esempio recuperare una parte degli alberghi dismessi e convertirli in alloggi a canone calmierato è una delle nostre proposte”.
Solo nel biennio 2007-2008, 247 strutture alberghiere hanno cessato l’attività. “Il recupero a fini sociali di 50/60 pensioni o alberghi dismessi, il cambio di destinazione d’uso, da turistico a residenziale, permetterebbe la realizzazione di 1.000 alloggi bilocali e trilocali”. Il Presidente Acer Cesare Mangianti, pur consapevole “della variante alberghi appena approvata dal Consiglio Comunale di Rimini”, propone “un accordo della durata di almeno 15 anni, tra Comune, ACER e privati: si avrebbero insediamenti residenziali senza consumare nuovo territorio e un impatto calmierante sull’intero mercato provinciale dell’affitto”.
Cinzia Sartini