Una bella occasione per le famiglie presenti il 7 e l’8 aprile a Saludecio, che si sono soffermate sui tanti concetti di perdono affrontati durante la prima riflessione da un teologo d’eccezione, Francesco Lambiasi.
Partendo dall’analisi di una società “rancorosa” come l’ha definita il nostro Vescovo, ad alto tasso di competitività, i sentimenti ricorrenti per tutti noi sono il rancore, la rabbia, la delusione…
A questa modalità “rancorosa” viene contrapposto il concetto di “forza del perdono”, concetto caro a M.L. King, ed anche a figure citate, come la figlia dell’On. Aldo Moro, in grado di perdonare profondamente e sinceramente gli assassini del padre.
Ma che cosa è il perdono e cosa significa perdonare nella nostra vita quotidiana? In famiglia, sul luogo di lavoro e in tutti i luoghi di vita che frequentiamo?
Ancora il Vescovo ha citato un grande uomo, don Oreste, il quale ci ha insegnato che “l’uomo non è il suo errore”. Allora perdonare non vuol dire superficialmente dimenticare, né fingere o negare, o concedere un’amnistia… Non è ancora una rimozione forzata dei sentimenti, ma significa liberarsi dai pesi della vendetta e del rancore e sostituire attraverso la volontà pensieri di odio con quelli d’amore.
La “ginnastica di esercizi spirituali” è stata la proposta per il lavoro a coppie e a piccoli gruppi successivo, attraverso il quale i presenti si sono esercitati e confrontati sul lavoro di liberazione dalle ruggini del passato, dalle antipatie del presente e dalle ansie del futuro…
La seconda riflessione, curata da Gianluca e Simona, ha interessato più propriamente la vita familiare. Leggendo il Vangelo del Figliol Prodigo e alcuni passi dell’“Amoris Laetitia” di Papa Francesco i partecipanti hanno viaggiato attraverso la “lezione della misericordia” che significa impegnarsi nella logica di comprensione della vita dell’altro, non del giudizio dell’altro, attraverso un atteggiamento di rispetto delle reciproche identità.
In questa analisi non è stata trascurata la tematica della infedeltà, che può essere considerata anche come mancato coinvolgimento delle scelte dell’individuo nei confronti dell’altro, non necessariamente va intesa come “tradimento”. E’ importante – dice Simona – superare le infedeltà dell’altro e dare nuovamente fiducia. Questo atteggiamento consente di ricominciare, analogamente al figlio “prodigo” che ha chiesto al Padre di ritornare.
Daniela Bologna
In centinaia si sono ritrovati venerdì santo per la consueta Via Crucis dei Giovani di Azione Cattolica. “Dietro a te Gesù” il titolo scelto per questo 2018. Il percorso, suddiviso in tre tappe (più introduzione e tappa finale) è stato animato dai giovani, accompagnati dal vescovo Lambiasi e dall’Assistente diocesano del Settore Giovani di Azione Cattolica don Ugo Moncada. Partenza da Laureto arrivo a Saludecio.