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“Pensa che io possa, così forse io potrò”

LA MOSTRA. L’associazione Crescere Insieme compie 20 anni. Un traguardo da celebrare

Venti anni sono un bel traguardo, da festeggiare. Ma non per dire quanto siamo bravi e belli”. Riccardo Bianchi è uno dei fondatori dell’associazione Crescere Insieme odv di Rimini ed è il curatore della mostra che celebrerà questi primi 20 anni di attività.

“Pensa che io possa, così forse io potrò” è il titolo della giornata nazionale delle persone con sindrome di Down che ispira la mostra: sette grandi pannelli, con 14 immagini raccontate da brevi descrizioni.

Sarà inaugurata il 5 ottobre alle 17 alle Befane, area bar Pascucci, e si potrà visitare fino al 13 ottobre, ricorrenza della giornata nazionale. Le foto sono di Riccardo Bianchi, Nicol Dellapasqua, Giada Murgia, Fabrizio Petrangeli, Luigi Rusconi.

Questi 20 anni, “sicuramente sono stati una grande opportunità e una grande ricchezza, ma anche una grande fatica”, sorride Riccardo. Di Crescere Insieme è stato vicepresidente e resta attivista e componente del consiglio direttivo. Da 4 anni è nel comitato di gestione di CoorDown, il Coordinamento nazionale associazioni delle persone con sindrome di Down. Il suo impegno è iniziato quando è venuta al mondo la sua secondogenita Matilde.

L’Associazione, nata nell’ottobre 2004 per iniziativa di un gruppo di genitori desiderosi di confrontarsi e sostenersi nel proprio compito educativo, così normale eppure anche particolare, nel tempo ha sviluppato più di un progetto per contribuire alla costruzione di un futuro sempre più ricco di autonomia e realizzazione sociale per i loro figli, persone con Trisomia 21 o con disabilità intellettiva. Tutti progetti di cui si parla nella mostra, come per esempio, quelli legati all’inserimento lavorativo.

“In città non siamo molto conosciuti, per questo abbiamo voluto promuovere la mostra. Siamo noti nel mondo della cooperazione e in quello dei servizi sociali, ma le persone comuni non sanno chi siamo. Volevamo quindi raccontare le cose che facciamo e cosa è successo in questi vent’anni”.

“Il bilancio è sempre positivo, ma bisogna anche dire che non ci è stato regalato nulla, quello che abbiamo avuto ce lo siamo dovuti sudare e guadagnare”, spiega.

Cosa ha imparato Riccardo in tutto questo tempo?

“Mai dire ‘non si può fare’, ‘non so fare’.

Ho imparato a rimboccarmi le maniche, a metterci tutto me stesso. Nulla di quello che abbiamo costruito c’era e sicuramente non siamo partiti sapendo come lo avremmo costruito.Per me partecipare alle attività di Crescere Insieme è stata un’importante occasione di crescita. In alcuni casi ha aiutato un cambio di prospettiva.

Quando arriva un figlio con disabilità, sei portato a vedere le cose in un certo modo.

Ma se trovi qualcuno che ti aiuta a riflettere, ti accorgi che la prospettiva da cui le stai guardando non è quella migliore. Sotto questo aspetto, l’associazione, per me e per le altre persone che ci hanno lavorato dentro, è stata una grande ricchezza”.

E quindi ecco che nella mostra si potrà vedere un pannello che presenta l’associazione, un altro che propone la raccolta fondi, gli enti che collaborano, i progetti di autonomia attivati, le attività di Spazi per crescere nella sede offerta da RFI. Si trova un capitolo più ampio sul lavoro, con un pannello dedicato alla collaborazione con la Regione e allo stand al Meeting.

Pannelli dedicati ad altre esperienze per tirocini formativi, uno su Matilde (la figlia di Riccardo che fa la barista, ndr), uno su Benny, e quello di Serena da “Io e Simone”. Un pannello “Milleorti”.

Un pannello dedicato alla vita autonoma e infine arriva quello dedicato all’affettività e sessualità. “Spesso, genitori compresi, si è portati a pensare che le persone con disabilità non debbano affrontare temi come affettività e sessualità, anzi siano argomenti da reprimere. Invece ci siamo accorti che vanno affrontati”, racconta con un sorriso Riccardo. (fa)