Lo confesso. Un’intervista sul campo sarebbe stata un’impresa assai ardua per chi, come la sottoscritta, non va oltre la bicicletta elettrica a massima potenza. Mentre dal confort della mia sedia da “topo di redazione” contatto Andrea Manusia, giornalista che ha trasformato la sua passione per le due ruote in lavoro, lui non poteva che essere in sella. Un giro in città una volta smontato dall’ufficio, direzione parco, non è niente per un riminese che porta in giro per le nostre valli, sulle orme di Pantani, ciclo-turisti e vip del mondo del ciclismo e dello spettacolo. E che ha messo definitivamente l’auto in garage. Abituato ad abbracciare i pedali anche per chilometri sotto la pioggia, per lui la bici è diventato un vero e proprio stile di vita. “Mosca bianca”? Le cifre dicono che qualcosa si sta muovendo: secondo Legambiente, Rimini è una delle dodici città italiane dove si pedala di più (un cittadino su sei). Stiamo veramente facendo progressi? E quanto siamo attrattivi, dalla costa alla collina, per i ciclo-turisti?
Andrea, per tanti anni hai seguito il mondo della vela con la tua attività di ufficio stampa, anche Luna Rossa e le due edizioni della Coppa America. Poi cosa è successo? Come è arrivata questa vocazione per la bicicletta?
“È nato tutto da un viaggio in Australia, da un incontro con alcuni professionisti di Bike Style, un tour operator molto famoso di quel paese, specializzato in viaggi a due ruote. Erano anni in cui il mondo della vela cominciava ad entrare in crisi e io avvertivo il bisogno di trovare una nuova strada. Con loro iniziò un bel rapporto d’amicizia, che continua ancora oggi (seguirò con questi manager australiani e americani gli ultimi dieci giorni del prossimo Giro d’Italia, come blogger e guida). Decisi così di dedicarmi al cicloturismo, promuovere i Bike Hotels (realtà già consolidata a Riccione) anche a Rimini. Da lì sono nati i progetti mirati di comunicazione e marketing, le collaborazioni con Sky Sport, con la rubrica Icarus Cycling è vita”.
Una scelta fruttuosa.
“Ho la fortuna di essermi specializzato in un settore in ascesa. Tutto l’indotto economico collegato alla bicicletta cresce ogni anno del 30% a livello mondiale. E a livello turistico, in Italia registra 1.500.000 presenze annuali, di cui 300.000 solo in Emilia Romagna”.
Ma quanto si adatta il nostro territorio ai vacanzieri in sella?
“Moltissimo. La Regione Emilia Romagna ha fatto progressi notevoli con un progetto mirato, ERCycling, all’interno dell’Azienda di Promozione Turistica, che seguo personalmente, ed il consorzio di operatori TerraBici. Le strutture ricettive specializzate nell’accoglienza dei ciclo-turisti si moltiplicano, da Riccione, dove sono nati i primi Bike Hotels, a Rimini, Bellaria e Cattolica”.
Un gran problema, però, è dato dalle strade che hanno fatto storcere il naso anche al campione del mondo Maurizio Fondriest: occorre asfaltarle affinché i ciclo-turisti possano muoversi in sicurezza, aveva suggerito alla fine del Giro d’Italia 2016…
“È vero, ma non siamo messi poi così male rispetto all’Italia in generale e all’estero. Certo, non usiamo asfalti costosi come in Spagna e il traffico pesante è poco regolato, ma ci sono notizie che fanno ben sperare come i 3 milioni di euro annunciati pochi giorni fa dal presidente della Regione Stefano Bonaccini, che finanzieranno il rifacimento delle strade delle tre province romagnole. Si aggiungono ai 5 milioni già stanziati per le strade della Nove Colli: 60 Km di asfalto complessivamente. Comunque la situazione del riminese non è neanche così drammatica. Forse la zona del Montefeltro è quella messa peggio”.
Quanti chilometri percorrerai in bici?
“Fra i percorsi che organizzo per accompagnare giornalisti e tour operator – rigorosamente in sella – in tutta la Romagna e le pedalate che mi concedo per passione in giro per l’Italia e all’estero, diciamo 10.000 km all’anno più 3.000 solo a Rimini. 6-7 chilometri in media al giorno li faccio tutti. E anche per spostarmi in città. La macchina è chiusa in garage; mi muovo sia in city bike che in mountain bike”.
Quanto occorre essere allenati per fare delle due ruote uno stile di vita oltre che una professione?
“Guarda, non tantissimo. Oggi ci si può muovere anche con la bici elettrica e abbiamo tanti percorsi anche in pianura, suggestivi e a portata di tutti. Ne beneficiano l’ambiente e la nostra salute”.
La tua più grande sfida?
“Aver scalato il Mont Ventoux in Provenza, tappa fissa del Tour de France, alto quasi duemila metri. Oltre 20 Km di salita, raggiunta la vetta con gli amici di Bike Style, eravamo in cima al mondo”.
Molti i tuoi compagni di viaggio famosi, come Linus al quale hai fatto conoscere Valconca e Valmarecchia…
“Con Linus sono ormai quattro anni che tutte le volte che arriva a Riccione, ci sentiamo per una pedalata insieme. Ma in Romagna ho portato, per un’operazione sul mercato francese, anche il leggendario campione bretone Bernard Hinault (nella foto con Manusia), rimasto affascinato dalle nostre colline e dalla nostra piadina. Perché accade questo: pedalando si conoscono le eccellenze eno-gastronomiche e il patrimonio culturale oltre che paesaggistico”.
Chi speri di portare presto?
“Jovanotti. Sarebbe un sogno. Di recente ha fatto un tour in sella in Nuova Zelanda. Viene spesso in incognito al monte San Bartolo e sulla Panoramica. E poi Joe Bastianich (il conduttore di Masterchef, ndr.) : siamo entrati in contatto, vediamo”.
Da esperto di questo territorio, puoi dare un voto anche alle piste ciclabili. Non sono proprio il top…
“Rispetto al nord Europa o alla Slovenia, dove vado spesso, siamo molto indietro. Ma negli ultimi anni a Rimini è stato fatto tanto. Insieme ad Andrea (Gnassi, ndr.) che tra l’altro è un sindaco ciclista – e non è poco – abbiamo condiviso tante idee, anche in campagna elettorale. E con la Velostazione e la Bicipolitana anche il nuovo assessore Roberta Frisoni sta facendo tanto”.
Andrea, chiudiamo con la prossima avventura.
“Un bel viaggio Rimini-Bercellona o Rimini-Sicilia. Ma sogno anche l’Irlanda: l’anno scorso non ho potuto fare il tour che volevo, anche se alla fine ho optato per un bel viaggio in Dalmazia con un amico che sta in Croazia, uno dei tanti amici che amo raggiungere in giro per il mondo, o portare qui. E se non hanno la bici al seguito, nessun problema: la rimediamo!”.
Alessandra Leardini