Viviamo in tempi difficili.
Gli sviluppi a livello globale generano sempre maggiore incertezza e, in particolar modo negli ultimi anni, il mondo intero è stretto nella morsa di più emergenze che si sovrappongono, dalla pandemia, alle tensioni militari internazionali, passando per la sempre più profonda crisi climatica. Tutto questo ha un impatto importante sulla nostra psiche, sulla percezione delle nostre sicurezze e del nostro futuro.
Spesso, però, si tende a dimenticare che questa situazione ha un impatto ancora maggiore su coloro che ancora non hanno, fisiologicamente, gli strumenti adeguati per affrontare ansie, angosce e paure di questo tipo: i bambini e gli adolescenti.
E non è un caso, infatti, che proprio negli ultimi anni si va registrando un generale aumento dei disagi psicologici in coloro che appartengono alle fasce d’età più basse. Ma non solo. Ansie e paure sono normali ‘compagne di viaggio’ di ogni essere umano, bambini compresi: i più piccoli, dunque, devono essere seguiti e ascoltati sempre, in ogni momento, a prescindere dalle particolari emergenze con le quali il mondo si trova a dover fare i conti. Come si manifestano le paure e le sofferenze in bambini e ragazzi? Come riconoscerle e, di conseguenza, come affrontarle?
Bambini, ragazzi e paure. I dati
Come detto, soprattutto a causa dell’arrivo della pandemia (ma anche per le continue notizie relative alla crisi climatica e alle tensioni militari), assistiamo a un aumento dei casi di disagi psicologici nei bambini e negli adolescenti. Tanto da superare la soglia d’allarme. E di allarme, infatti, parlano la Sinpia (Società italiana di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza) e la Sinpf (Società di neuropsicofarmacologia), quando evidenziano i “ numeri in continua crescita degli accessi al Pronto soccorso e ai servizi di neuropsichiatria dell’infanzia e adolescenza, sia territoriali sia ospedalieri: si parla di una crescita dell’84% rispetto al periodo precedente al Covid”.
Sono circa 9 milioni i bambini e gli adolescenti italiani che “ hanno sperimentato cambiamenti sostanziali nei propri ambienti di vita, nelle routine quotidiane e nelle reti relazionali, educative e sociali che normalmente favoriscono la promozione della salute e la resilienza agli eventi traumatici”, aggiungono gli esperti. Bambini e ragazzi ai quali, improvvisamente, è dunque venuta a mancare tutta quella rete di sicurezza che consente, o perlomeno aiuta, a gestire i traumi, le angosce e le paure che inevitabilmente ci si trova a sperimentare. Ma, come detto, nonostante le emergenze che caratterizzano questa epoca abbiano contribuito ad amplificarle, le paure nei giovani e nei più piccoli non sono certo un fatto nuovo. Per questo è fondamentale tutelare la loro salute psicologica sempre e comunque.
“Il disagio mentale infantile e in età evolutiva aveva una portata importante anche prima del Covid. sottolineano Sinpia e Sinpf – Il 14-20% dei bambini e adolescenti soffre di uno o più disturbi psichici, e se non lo si affronta adeguatamente, per disinformazione, tabù o vergogna, diventerà uno stigma sociale e culturale difficile da abbattere”. “ La prevalenza di questi disturbi tende ad aumentare con la crescita del bambino per raggiungere un picco in adolescenza e trascinarsi in età adulta” aggiunge il dottor Claudio Mencacci, co-presidente di Sinpf.
L’ansia nei bambini e come gestirla “ Stabilire una distinzione tra ansia patologica e normale paura nei bambini non è così semplice, in quanto il mondo interno del bambino non differenzia (fino ad una certa età) l’immaginazione dalla realtà. – è l’analisi della dottoressa Elisa Gentile, psicologa di Rimini – Molte delle paura dei bambini infatti sono indipendenti da reali pericoli. La paura dell’estraneo a partire dai sei mesi, le paure legate ai mostri, al buio, ai fantasmi a partire dai sei anni, sono solo alcuni esempi di paure considerate ‘fisiologiche’ in età evolutiva”. Quando queste paure normali diventano problematiche?
Quali sono i campanelli d’allarme da cogliere?
“Per stabilire la presenza di un eventuale stato di ansia patologico ci si basa sul persistere di una determinata paura oltre una certa età, la frequenza, l’intensità e la durata”.
Che tipo di sofferenza psicologica è più diffusa tra i bambini? “ Tra i diversi disturbi d’ansia quello più diffuso, sia nell’infanzia sia nell’adolescenza, risulta essere il disturbo d’ansia da separazione, che si presenta nelle femmine in maniera doppia rispetto ai maschi. Si caratterizza per la presenza di un livello di ansia inappropriata ed eccessiva relativo alla separazione da casa o da coloro a cui il bambino/ adolescente è attaccato”. Ma non solo. Diversi i disagi psicologici che possono colpire i bambini, come “ la sindrome d’ansia da separazione dell’infanzia, la sindrome fobica e d’ansia sociale nell’infanzia, il disturbo da rivalità tra fratelli e la sindrome ansiosa generalizzata”.
Come intervenire e gestire questo tipo di sofferenza nei più piccoli?
“Con i bambini che presentano difficoltà ansiose è importante aiutarli nella presa di consapevolezza delle emozioni, nel loro riconoscimento, nel dargli un nome. – aggiunge la psicologa – Sostenerli nella presa di coscienza delle reazioni fisiologiche collegate alle emozioni, favorire il riconoscimento dei pensieri collegati allo stato ansiogeno, orientando il bambino o la bambina verso comportamenti più funzionali da mettere in atto per gestire la situazione di ansia. Inoltre, il genitore è bene che per primo mostri al figlio che tutte le emozioni vanno bene, hanno una ragione di essere e come arrivano poi vanno via. Le emozioni dipendono molto da ciò che pensiamo: se riconosciamo i nostri pensieri negativi disfunzionali possiamo poi discuterli, senza prenderli per veri, per la realtà”.
A tutto questo, ovviamente, si aggiunge la possibilità, quando necessario, di rivolgersi ai professionisti specializzati. Accettare di chiedere aiuto è il primo passo per risolvere un problema.