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Parrocchie aperte per l’Ucraina

C’è un gran daffare in questi giorni nelle nostre parrocchie. Il dramma dell’Ucraina segna i cuori di tutti e tutti vogliono rendersi in qualche modo partecipi. C’è chi raccoglie generi alimentari, chi procura vestiti e scarpette per i bambini già arrivati dall’Ucraina, e chi fa versamenti alla Caritas, che com’è noto – ha scelto di affidare tutti gli aiuti direttamente alle due Caritas ucraine che operano in loco. Iniziamo a raccontare alcuni di questi impegni, invitando tutte le comunità a farlo, anche per far circolare le buone idee e dare testimoninza di ciò che viene realizzato nella comunità cattolica riminese.

Preghiera a Maria Regina della pace

Il coro internazionale San Nicola, formato da cantori cattolici e ortodossi, è da tempo in Diocesi l’espressione del desiderio di unità fra tutti i cristiani. Da dieci anni esprime con il canto quei sentimenti di rispetto, di condivisione e di comunione cristiana che, con l’aiuto di Dio, possono costruire la pace fra gli uomini e particolarmente fra tutti i cristiani, inidpendentemente dalla nazionalità e dalla tradizione da cui provengono.

Il concerto in programma domenica 27 marzo si apre con i canti alla Madre di Dio, per contemplare la sua grandezza e implorare il Suo aiuto in questi tempi di sofferenza per le lotte fratricide. Segue la testimonianza di padre Serafino Corallo, Rettore della Chiesa Ortodossa.

Una grande preghiera vissuta nell’unità in Cristo, fondamento della comunione cristiana.

San Lorenzo e San Salvatore, ripondere al bisogno

Nella nutrita assemblea comune di San Lorenzo in Correggiano e San Salvatore di giovedì 10 marzo sono state prima lette ed esaminate le proposte emerse durante la Veglia di Pace fatta il giorno seguente la invasione russa.

Come pure è stato dato il placet e il pulmino a due giovani della parrocchia, che sono andati al confine con l’Ucraina a prelevare alcune donne profughe con i bambini. Sulle modalità di aiuto tutto è molto “in movimento”, ma la scelta fondamentale è di rispondere ai bisogni che emergeranno in particolare utilizzando come riferimento i giovani di Operazione Colomba (della Papa Giovanni XXIII) che stanno partendo per Leopoli (Ucraina) e che rimarranno in zona almeno un mese. Altra proposta: utilizzare la preghiera come “arma della pace” (vedi riquadro a parte). Poi qualcuno ha proposto in maniera educativa di boicottare in casa i video giochi di guerra ed anche, nella spesa, i prodotti che sfruttano le persone.

È anche emerso il bisogno di confrontarsi e approfondire le situazioni di conflitto nel mondo.

Infine è stato detto di approfittare su questi temi di ogni incontro che si svolge in Città e in Diocesi.

Per le comunicazioni di queste iniziative e delle emergenze verrà utilizzato il veloce strumento della chat parrocchiale.

Corpolò si mobilita

La parrocchia di Corpolò, insieme al centro sociale del paese, ha organizzato una raccolta fondi per la popolazione ucraina, aderendo all’iniziativa della Caritas Italiana.

Tutte le offerte raccolte nelle messe del 12 e 13 marzo sono state destinate ad essa. Ma la raccolta prosegue anche al di fuori delle messe, oppure facendo direttamente un bonifico in uno degli iban indicati nel volantino, alla quale aderiscono anche gli aderenti della realtà ecclesiali della parrocchia, Scout e Cammino neocatecumenale.

Dai parrocchiani di Santa Cristina e San Paolo sono poi arrivate subito alcune disponibilità di abitazioni per ospitare eventuali profughi in arrivo.

Fiaccolata per la pace a Riccione

Circa 200 persone mercoledì scorso a Riccione hanno partecipato a una fiaccolata di solidarietà per pregare ed esprimere vicinanza a tutte le popolazioni martoriate dalla guerra. In prima linea volontari della Consulta della Solidarietà con le associazione che ne fanno parte, come la Caritas cittadina, il Centro di aiuto alla Vita, Croce Rossa, Ior, Avis e altri ancora.

Partito dal parco Giovanni Paolo II, il corteo, che ha visto la partecipazione anche di rappresentanti e capogruppo di vari schieramenti politici e della giunta, ha attraversato i viali Ceccarini e Gramsci per poi giungere alla chiesa Mater Admirabis. Dall’altare il parroco don Valerio Celli ha invitato tutti a pregare, ricordando “ tutte le guerre in atto, più o meno conosciute, le tante persone in fuga che hanno perso tutto, che non hanno portato via niente e che sono venute da noi a cercare qualcosa per i bimbi e per loro”. Poi l’invito a pensare anche a chi è rimasto in patria, anziani, malati che non hanno potuto muoversi”. Immagini di una guerra che si vive pressoché in diretta con tutti i suoi momenti tragici. “La nostra preghiera può fare molto – sottolinea don Valerio – davanti a noi c’è una fiaccola accesa, è segno di speranza, luce e pace, la fiamma è fragile come la pace, ma se ci lavoriamo diventa un fuoco. Il messaggio ci arriva da Gesù: beati gli operatori di pace” .

Un’occasione per ricordare storiche frasi pronunciate da Giovanni Paolo II: “ non c’è giustizia senza pace, non c’è pace senza perdono”, da Benedetto XVI: “ Guerra una strada inutile”, Francesco: “ la guerra è una pazzia”. Il parroco ricorda ancora che nella guerra non ci sono vincitori, ma sempre due perdenti e rispolvera l’interrogativo del teologo e pastore luterano Dietrich Bonhoeffer morto in campo di concentramento: “ ma è giusto che un pazzo distrugga l’umanità, metta in ginocchio un continente, metta in piedi un massacro verso il popolo?”.

Al tutto solo una risposta: “ Pace è abbandonarsi al comandamento di Dio”. Infine l’affidamento e la supplica a Maria. (Nives Concolino)

I nastri di via Bonsi

La via Bonsi si presenta in questi giorni con una ricca serie di nastri colorati. Sono i bambini delle scuole di sant’ Onofrio che hanno appeso davanti alla loro scuola, sulla via, questi lunghi nastri, che scendono dal tetto intervallati da disegni che hanno come soggetto i simboli della pace come le mani congiunte, la bandiera dell’Ucraina sempre con la scritta “PACE”, la colomba simbolo per eccellenza della pace con il mappamondo. E soprattutto hanno fatto molto di più: già due bambine ucraine di 4/5 anni da oggi fanno parte della scuola materna. (Silva Cillio)

L’accoglienza dei frati

Ifrati minori francescani di Villa Verucchio, grazie ad una triangolazione con l’Amministrazione comunale e associazioni di volontariato, hanno già accolto nella propria foresteria una decina di persone provenienti dall’Ucraina, di cui 5 bambini. Ed è scattata una gara di solidarietà per offrire a questi rifugiati una accoglienza degna di questo nome.

Per il momento servono abiti per due ragazzi di 14 e 7 anni e per due bimbe di 10 e 6 anni. Inizialmente c’è la necessità di una piccola dispensa con latte, biscotti, pasta, pomodoro, sapone, detersivi. In seguito queste persone riceveranno buoni pasto dal Comune. Si cercano anche giochi per i bambini. Per chi vuole contribuire a questa iniziativa, i centri di raccolta sono : Centro civico Villa Verucchio (dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 11), Caritas parrocchiale Villa Verucchio (martedì e mercoledì 9,30/11, o tutti i pomeriggi dalle 15 alle 18 dal lunedì al sabato). In questi due luoghi ci sarà un deposito che servirà alle necessità dei profughi.