La “lamapda” aveva cominciato a baluginare in Basilica Cattedrale lo scorso 14 ottobre, in occasione della solennità di San Gaudenzo, patrono della Diocesi. Dopo sette mesi, la lampada della visita pastorale è oggi un fuoco acceso. Un esercizio di discernimento comunitario, durante il quale il Pastore della Chiesa riminese incontra le comunità, conferma nella fede, indica i grandi punti di riferimento e invita i fedeli ad uno slancio in avanti con fiducia e speranza “perché il Signore cammina con noi” assicura il vescovo Francesco Lambiasi.
La visita pastorale – durante la quale mons. Lambiasi incontra parrocchia per parrocchia – avrà una durata stimata in tre anni e mezzo. L’ultima visita fu quella di monsignor Mariano De Nicolò nel marzo 2006.
In questi mesi, durante i quali ha visitato 31 parrocchie, cioè due interi vicariati (Morciano e Litorale sud) mons. Lambiasi ha riscontrato attesa e gradimento da parte delle comunità incontrate. E un diffuso, positivo spirito di collaborazione tra il parroco e la comunità: il “don” si spende senza riserve, con generosità e passione per i fedeli, la comunità è affezionata al parroco e lo affianca sul cammino della vita cristiana.
“Le parrocchie sono ancora vive, anche se a volte isolate dalle istituzioni. E i parroci continuano a rappresentare una presenza molto importante sul territorio.”
La situazione non sembra però tutta rose e fiori.
“Taluni processi di rinnovamento sono più lenti di quanto ci si sarebbe potuto attendere, il passo della comunità talvolta si fa più stanco, non siamo più in presenza di una cristianità di massa, e ci sono problemi da affrontare, come la diminuzione del clero. La Chiesa riminese, però, oltre alla grazia di poter festeggiare in modo continuativo vocazioni sacerdotali, ha imboccato anche altre strade che si preannunciano feconde, come la formazione dei laici e l’ordinazione di diaconi permanenti.”
Vescovo Francesco, ha notato differenze rimarchevoli tra parrocchie della costa e della fascia collinare?
“Qualche paese nella zona collinare rischia di spegnersi e la parrocchia riflette di conseguenza questa difficoltà. Sul litorale si assiste spesso a parrocchie dalle due velocità, una invernale ed una estiva, e ciò ha un impatto non indifferente sulla vita pastorale.”
Volendo utilizzare un’immagine, possiamo dire che nella desertificazione, la parrocchia c’è ed è viva?
“Si registrano certe fatiche e la società in cui viviamo non è più cristiana, ma si scorgono ancora luci accese, capaci di mandare segnali luminosi.
La visita alle famiglie da parte dei sacerdoti, è una bella, feconda tradizione, che in altre zone d’Italia non è più in voga da tempo. Inoltre, la quasi totalità delle famiglie manda i propri ragazzi al catechismo per i sacramenti dell’iniziazione cristiana e per altre proposte formative, anche se poi babbo e mamma faticano a coinvolgersi nel cammino. Questo è un aspetto sul quale val la pena interrogarsi per offrire risposte adeguate.
Ci sono altresì parrocchie dal volto giovane, dove i presbiteri e le comunità più di altre riescono ad appassionare i ragazzi e i giovani a Gesù.”
Come hanno interagito con il Pastore i fedeli riminesi fin qui incontrati?
“Le comunità incontrate non si sono messe sulla difensiva, ma piuttosto han permesso al Vescovo di tastare con loro e per loro il polso della situazione. Una settimana di incontri, permette infatti di cogliere molti aspetti della vita comunitaria e personale delle parrocchie. C’è la necessità di far vedere alle varie comunità parole incarnate come missione, comunione, corresponsabilità, laici.”
Lo Spirito del Concilio Vaticano II, “bussola del terzo millennio” come l’aveva definito Giovanni Paolo II, insomma è passato nelle parrocchie?
“Direi di sì. E i frutti si riconoscono. Infatti, un solo album dei ricordi non è sufficiente a contenere le immagini di questa prima parte della visita pastorale.”
Tra le tante istantanee “scattate” durante questi mesi, Vescovo Francesco ne estragga qualcuna.
“Ben sapendo che si tratta di un collage parziale, ricordo in modo vivido l’incontro con i sacerdoti e i diaconi, i colloqui con i bambini e i ragazzi del catechismo, la visita agli ammalati e alla case famiglia dell’associazione Papa Giovanni XXIII.
Ci sono stati anche diversi incontri pubblici. Quale impressione ha ricavato da questi consessi più allargati?
“La disponibilità del Vescovo ad incontrare il Consiglio Comunale è sempre viva. In alcuni casi, specie nei centri dove il capoluogo è sede di Comune, ciò si è verificato in maniera positiva. Ancora più significativo è stato il caso dell’incontro incentrato su politica e città a Riccione: ha fatto registrare il tutto esaurito e ha restituito l’immagine di una Chiesa non racchiusa in sacrestia ma capace di farsi carico dei problemi, di tutti i problemi dell’uomo.”
La visita pastorale ora si interrompe per riprendere in ottobre, dopo la solennità di San Gaudenzo con lo stesso slancio che ne ha caratterizzato l’esordio.
“La pausa estiva mi darà modo di ripensare e ricalibrare la seconda parte della Visita, in programma dall’autunno fino alla primavera 2011, prima a Coriano poi in Valmarecchia.”
Paolo Guiducci