Che l’attività fisica sia considerata un toccasana per qualsivoglia patologia è ormai chiaro a tutti. Ma che lo sia anche per una malattia come il Parkinson è meno noto. Ne parliamo con la psicologa Francesca Vescovelli dello Studio Iris Centro di Neuropsicologia e Psicoterapia di Riccione.
Dottoressa, iniziamo dall’abc: che cos’è di preciso il Parkinson?
“La malattia di Parkinson è una patologia motoria degenerativa e progressiva causata dalla morte dei neuroni dopaminergici, con conseguente privazione di dopamina, un neurotrasmettitore fondamentale per i movimenti. I sintomi principali della malattia sono il tremore a riposo, la rigidità, la bradicinesia e l’instabilità posturale. Questa malattia, inoltre, può compromettere anche le funzioni emozionali e psicologiche e può quindi comportare sintomi psicologici e/o cognitivi come la depressione e la demenza”.
È vero che l’attività fisica mirata può alleviarne i sintomi?
“La sezione di Rimini e Riccione dell’AIP, l’Associazione Italiana Parkinsoniani, ormai da diversi anni organizza percorsi di attività fisica, psicologica e logopedica per gli associati della provincia. Questi progetti sono realizzati grazie ai contributi erogati dai comuni di Rimini e Riccione e grazie alla collaborazione dell’Università di Bologna e del centro riabilitativo di Riminiterme. L’attività fisica prevede esercizi specifici per la malattia di Parkinson svolti in gruppo due volte alla settimana. La letteratura internazionale ha, infatti, ampiamente documentato come l’attività fisica svolta in maniera continuativa possa contribuire a contenere i sintomi della patologia e a migliorare la qualità della vita dei pazienti”.
Con quali risultati concreti?
“Per misurare gli effettivi benefici della ginnastica, nel nostro contesto, a Rimimiterme, da anni stiamo effettuando una valutazione della condizione medica e psicologica dei pazienti sia prima dell’inizio della ginnastica sia al suo termine (dopo 7/8 mesi). Questo permette di avere un quadro del funzionamento del paziente per aiutarlo in maniera mirata. Relativamente alla valutazione psicologica, la novità di questo progetto è stata quella di includere nella valutazione misure non solo relative al malessere, alla depressione e all’ansia, ma anche strumenti focalizzati sulle risorse psicologiche delle persone, come la crescita psicologica, il benessere e le emozioni positive. Questi aspetti più legati al funzionamento psicologico positivo esercitano un ruolo protettivo per un migliore adattamento psicologico alla malattia cronica. Un altro aspetto interessante di questo progetto riguarda la valutazione che viene effettuata anche in quelle persone che, per vari motivi, non portano a termine il percorso di attività fisica per misurare eventuali differenze fra chi lo completa e chi no. In questi anni abbiamo raccolto dei dati interessanti che mostrano come lo svolgere regolare attività fisica di gruppo possa apportare dei miglioramenti in termini di salute fisica e mentale con ricadute sul benessere psicologico e psicofisico dei pazienti. Al contrario, i pazienti che intraprendono l’attività fisica, ma la sospendono, perdono i benefici acquisiti e hanno una salute mentale peggiore. È emerso inoltre quanto quei pazienti che presentano più benessere psicologico e più risorse positive come una maggior capacità di accettare la malattia, riescono anche ad affrontarla meglio, a seguire meglio le terapie e quindi a stare meglio sia fisicamente sia psicologicamente. I percorsi di attività fisica adattata negli ultimi anni sono stati realizzati anche in altre palestre della provincia, ma al momento, solo a Riminiterme è prevista una valutazione medico/psicologica prima e dopo l’intervento”.
Parlava di promozione del benessere per pazienti e familiari. Quali sono questi percorsi? Esistono esperienze anche qui nel nostro territorio?
“I pazienti che presentano più risorse e più benessere psicologico riescono a ricavare più benefici anche dall’attività fisica e a partecipare anche più assiduamente all’intero percorso. Inoltre è risaputo quanto i pazienti con Malattia di Parkinson possano presentare una salute mentale peggiore rispetto alla popolazione sana. Per questi motivi da anni l’Associazione Parkinsioniani sezione di Rimini e Riccione organizza percorsi di attività psicologica di vario tipo gratuiti per pazienti e familiari. Oltre agli interventi come il training autogeno, la psicoeducazione e la stimolazione cognitiva, negli ultimi anni abbiamo inserito un percorso mirato specificatamente alla promozione del benessere e delle risorse psicologiche delle persone come l’accettazione di malattia, le emozioni positive, la gratitudine e il senso di crescita personale”.
Quali consigli per i malati e le loro famiglie che si trovano ogni giorno a dover fronteggiare il disagio di questa malattia spesso invalidante che sorge in età avanzata, ma non sempre?
“Ricevere una diagnosi di malattia cronica e progressiva come la malattia di Parkinson può essere vissuto come un evento traumatico sia per i pazienti sia per i famigliari. Tuttavia, sembra che in certe condizioni di vita particolarmente critiche e dolorose, le persone riescano a trovare delle risorse psicologiche che possono aiutarle ad affrontare meglio tutti i cambiamenti e le sfide che dovranno incontrare. Non è sempre facile trovare l’atteggiamento giusto, la forza e le risorse per affrontare situazioni così difficili. Ciononostante, il supporto psicologico e quello dell’Associazione Parkinsoniani sezione di Rimini e Riccione possono aiutare i pazienti e i familiari a intraprendere questo percorso in maniera più proficua”.
Silvia Ambrosini