Una delegazione della Caritas diocesana di Rimini, guidata dal direttore don Renzo Gradara, ha partecipato al 38° Convegno nazionale delle Caritas, che si è tenuto a Roma dal 18 al 21 aprile scorso.
Il tema, «Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso» (Lc 6,36), si ricollega direttamente al Giubileo straordinario indetto da Papa Francesco perché la misericordia è la parola chiave per indicare l’agire di Dio verso di noi e il nostro aprirci a quanti vivono nelle più disparate periferie esistenziali.
L’incontro – che ha visto la partecipazione di circa 600 tra direttori e collaboratori provenienti da 174 delle 220 Caritas diocesane in Italia, cade a 45 anni dalla nascita di Caritas Italiana. Obiettivi, stilare un sintetico bilancio dell’impegno pastorale a servizio dei poveri e della Chiesa in Italia e orientarne il cammino futuro, alla luce delle tematiche legate all’esortazione apostolica Evangelii Gaudium, all’Anno giubilare, all’enciclica Laudato si’ e alle ulteriori indicazioni che Papa Francesco vorrà formulare. Il 21 aprile il Convegno si è concluso in Vaticano con l’Udienza del Santo Padre, riservata esclusivamente ai partecipanti al Convegno.
Qui di seguito ampi stralci del discorso di Papa Francesco.
“La vostra missione educativa, che mira sempre alla comunione nella Chiesa e a un servizio con ampi orizzonti, vi chiede l’impegno di un amore concreto verso ogni essere umano, con un’opzione preferenziale per i poveri, nei quali Gesù stesso ci domanda aiuto e vicinanza (cfr Mt 25,35-40). Un amore che si esprime attraverso gesti e segni, che rappresentano «una modalità connaturata alla funzione pedagogica della Caritas a ogni livello», come ha sottolineato il mio predecessore Benedetto XVI (Discorso alla Caritas Italiana in occasione del 40° anniversario di fondazione, 24 novembre 2011).
Di fronte alle sfide e alle contraddizioni del nostro tempo, la Caritas ha il difficile, ma fondamentale compito, di (…) essere stimolo e anima perché la comunità tutta cresca nella carità e sappia trovare strade sempre nuove per farsi vicina ai più poveri, capace di leggere e affrontare le situazioni che opprimono milioni di fratelli – in Italia, in Europa, nel mondo. (..). Come pure è essenziale il vostro compito di stimolo nei confronti delle istituzioni civili e di un’adeguata legislazione, in favore del bene comune e a tutela delle fasce più deboli; un impegno che si concretizza nella costante offerta di occasioni e strumenti per una conoscenza adeguata e costruttiva delle situazioni.
Di fronte alle sfide globali che seminano paura, iniquità, speculazioni finanziarie – anche sul cibo – degrado ambientale e guerre, è necessario, insieme al quotidiano lavoro sul territorio, portare avanti l’impegno per educare all’incontro rispettoso e fraterno tra culture e civiltà, e alla cura del creato, per una «ecologia integrale».
Caritas Italiana sia fedele anche in questo al suo mandato statutario. Vi incoraggio a non stancarvi di promuovere, con tenace e paziente perseveranza, comunità che abbiano la passione per il dialogo, per vivere i conflitti in modo evangelico, senza negarli ma facendone occasioni di crescita, di riconciliazione. Sia sempre vostro vanto la volontà di risalire alle cause delle povertà, per cercare di rimuoverle: lo sforzo di prevenire l’emarginazione; di incidere sui meccanismi che generano ingiustizia; di operare contro ogni struttura di peccato. Si tratta a tale scopo di educare singoli e gruppi a stili di vita consapevoli, così che tutti si sentano davvero responsabili di tutti. E questo a partire dalle parrocchie: è l’opera preziosa e capillare delle Caritas parrocchiali, che occorre continuare a diffondere e moltiplicare sul territorio.
Desidero incoraggiarvi anche a proseguire nell’impegno e nella prossimità nei confronti delle persone immigrate. Il fenomeno delle migrazioni, che oggi presenta aspetti critici che vanno gestiti con politiche organiche e lungimiranti, rimane pur sempre una ricchezza e una risorsa, sotto diversi punti di vista. È dunque prezioso il vostro lavoro che, accanto all’approccio solidale, tende a privilegiare scelte che favoriscano sempre più l’integrazione tra popolazioni straniere e cittadini italiani, offrendo agli operatori di base strumenti culturali e professionali adeguati alla complessità del fenomeno e alle sue peculiarità.
La testimonianza della carità diventa autentica e credibile quando impegna tutti i momenti e le relazioni della vita, ma la sua culla e la sua casa è la famiglia, la Chiesa domestica. Le risposte più complete a molti disagi possono essere offerte proprio da quelle famiglie che, superando la tentazione della solidarietà «corta» ed episodica, a volte pure necessaria, scelgono di collaborare fra loro e con tutti gli altri servizi solidali del territorio, offrendo le risorse della propria quotidiana disponibilità.
Con piena fiducia nella presenza di Cristo risorto e con il coraggio che viene dallo Spirito Santo, potrete andare avanti senza paura e scoprire prospettive sempre nuove nel vostro impegno pastorale, rafforzare stili e motivazioni, e così rispondere sempre meglio al Signore che ci viene incontro nei volti e nelle storie delle sorelle e dei fratelli più bisognosi. Egli sta alla porta del nostro cuore, delle nostre comunità, e attende che qualcuno risponda al suo «bussare» discreto e insistente: aspetta la carità, cioè la «carezza» misericordiosa del Signore, attraverso la «mano» della sua Chiesa”.