Rimini non sarà la capitale della cultura. Rimini, ecco il nuovo stadio.
La quasi contemporaneità di queste due notizie arrivate nei giorni scorsi potrebbe far pensare a una svolta verso il “panem et circensem” per la città: niente cultura? E a noi che ci importa?
Rimini vaaaaai, Rimini vaaaaai e segna ancora un goooool (oggi nello stadio vecchio, a breve si spera in quello nuovo). Si scherza, ovviamente: come detto da tanti, il lavoro legato alla candidatura ha lasciato un importante patrimonio e ha aperto strade che bisogna continuare a percorrere andando oltre l’esito della gara, correggendo il tiro dove c’è da correggerlo e irrobustendo quel che c’è da irrobustire. Senza più quella comprensibile ‘ansia da prestazione’ di dover ricondurre tutto alle necessità e alle tempistiche di una candidatura. Anche perché un mancato successo non preclude assolutamente la possibilità di riprovarci in futuro, lo hanno fatto molte città, e l’esperienza di questa candidatura alle spalle sarà senz’altro un valore aggiunto per capire come muoversi in futuro.
Poi basta arrivare nel momento giusto con il Governo giusto. Lo so, scusatemi, non è molto elegante da dire. Ma neanche il traballante ‘fair play’ del “complimenti a L’Aquila per questa vittoria, chiaramente voluta dal sottobosco politico come compenso elettorale” esibito dalle nostre parti mi sembra lo sia stato.