Per chi si occupa di comunicazione la politica è sempre un interessante campo di studio. Come, ad esempio, la strategia da “uno come noi” di Barack Obama. Non nuovo a farsi immortalare in normalissimi fast food, qualche giorno fa il Presidente Usa ha cenato in un bar alla buona ad Hanoi, in Vietnam, dove si trovava in visita diplomatica.
Sgabelli e stoviglie da locale low cost e misure di sicurezza che nelle foto erano rigorosamente nascoste: in quelle che hanno fatto il giro del mondo il Presidente, in camicia con le maniche arrotolate, e il suo commensale comparivano a fianco di normalissimi avventori che forse hanno speso anche più dei 6 dollari del conto presidenziale. Tutto perfettamente in linea con la foto del profilo Twitter di Obama: lui di spalle davanti a una folla di volti “common people” che lo fotografa e gli stringe la mano. Una naturalezza scientificamente studiata fino nei particolari da squadre di esperti. Poi uno torna a casa e trova sui tabelloni elettorali sotto casa la foto dello stesso candidato, quale non importa, affissa in otto esemplari identici e adiacenti. Piuttosto che perdersi in raffinatezze meglio puntare sulla quantità. Che poi non c’è bisogno di manuali di comunicazione, bastava Totò e il suo ossessivo “votantoniovotantonio- votantonio”. Ai fast food di Obama noialtri rispondiamo con le strategie pane al pane.
Il Caffè Scorretto di Maurizio Ceccarini