È il “serbatoio” di tutta la regione. Di un “carburante” profumato e gustoso che campeggia su tutte tavole. E quest’anno, per fortuna, i produttori riminesi non sono rimasti a secco, e possono esibire un limpido olio d’oliva. Dalla resa bassa ma dalla qualità straordinaria.
Il 70% di tutta la produzione regionale infatti è riminese con circa 2.700-2.800 produttori (su circa 4mila), e circa 650mila piante che occupano 2.825 ettari di terreno. In regione si stimano un milione di olivi su una superficie approssimativa di 5mila ettari. Sono essenzialmente piccoli produttori, il cui olio è destinato all’autoconsumo e ai conoscenti. Sul territorio insistono 20 oleifici. La media produttiva è di 2,5 quintali a produttore su un totale di circa 6, 7mila quintali in annate normali. La campagna 2015 dovrebbe assestarsi sui 5.500 quintali, cifre lontane dalle stagioni migliori ma decisamente superiore ai 4mila quintali scarsi del 2014, stagione disastrosa, a causa della mosca che aveva colpito ovunque sul territorio e sulla totalità delle olive presenti sulla pianta (con produzioni arretrate almeno del 50%). L’estate siccitosa 2015 ha evitato il peggio. “E il proliferare della mosca”. E così la provincia può specchiarsi nell’extravergine di “casa”, tra i più rinomati soprattutto per qualità.
Luigino Mengucci, responsabile dell’ARPO, l’Associazione Regionale tra produttori olivicoli dell’Emilia Romagna a cui fanno capo i singoli produttori d’olio e le forme organizzate di produttori, fa il punto della situazione.
Che annata è questa?
“Double face. La qualità dell’oliva è ottima, la quantità raccolta un po’ meno interessante. Consoliamoci però con un prodotto davvero notevole”.
La produzione resta ancora lontana da quella delle stagioni migliori.
“La produzione media riminese si attesta mediamente attorno ai 6 mila quintali di olio l’anno. Quest’anno sarà attorno ai 5.500 quintali. Per la verità ci si aspettava una resa più interessante, invece non andrà oltre l’11-12, quantità di olio ottenuta su 100 kg di olive. Per una stagione da applausi si attesta sui 15, 16. Purtroppo manca tutta la Valconca, una zona che ancora non si è ripresa dalla batosta del nevone del 2012”.
E la qualità?
“Quest’anno avremo un olio ottimo. Anche i risultati sui residui sono incoraggianti: l’olio è salubre.
La varietà Correggiolo (e Frantoio, dicitura utilizzata per le piante più giovani), la principale componente del nostro olio, dà già di per sé un olio molto fruttato ed erbaceo. Anche la varietà Leccino (varietà precoce) si è ottimamente comportata. Forse dovremo pensare a varietà più resistenti – sempre di qualità – per le nuove piantagioni, anche per verificare come reagiscono. Meno olio, dunque, ma molto buono”.
Qual è la qualità media dell’olio di Rimini?
“È un olio molto buono. La DOP Colli di Romagna, la seconda DOP della regione insieme a quella di Brisighella, si produce quasi interamente in provincia di Rimini. È un olio dalla lunga tradizione e dal sapore molto marcato. Il colore è verde intenso, con riflessi dorati e il sapore è erbaceo e fresco. Se la varietà di Brisighella è più conosciuta, quella di Rimini ormai l’ha raggiunta, grazie ad prestigio che aumenta anno dopo anno”.
La fortissima contrazione della produzione avrà ricadute sui prezzi. Quali impennate deve aspettarsi il consumatore?
“I costi fissi restano importanti, la quantità è minore per cui il costo resterà alto. Credo che per un litro di olio extravergine occorrerà sborsare 10 euro. Testimonia la preziosità del prodotto”.
Paolo Guiducci