Lo spirito non finisce mai di stupire… e oggi ci sorprende mostrandoci che a breve nascerà anche nella nostra Chiesa riminese una nuova forma di vita consacrata, tutta diocesana: l’antico ordine delle vergini (ordo virginum), già presente in 108 diocesi italiane con circa 450 consacrate e 200 in formazione. Da poco meno di due anni, infatti, due donne riminesi hanno chiesto al nostro vescovo Francesco di ricevere la consacrazione e nel maggio prossimo faranno la loro candidatura al “Rito di consacrazione delle vergini”, davanti a tutta la Chiesa riminese e al suo Pastore.
La più antica forma di vita consacrata
L’ordo verginum è la più antica forma di vita consacrata, risalente alla Chiesa primitiva, in cui alcune donne, per un particolare dono di Dio, sceglievano di vivere come Gesù: in donazione totale al Padre e agli uomini, ossia vergine. Oggi, purtroppo, questo termine ha perso il suo antico significato di piena disponibilità e di offerta di sé a Dio e ai fratelli, ma è in questo senso che viene usato nella scelta di questa forma di vita. “Ordo”, inoltre, non indica un ordine o una famiglia religiosa, ma semplicemente un gruppo di persone nella Diocesi accomunate dal fatto di ricevere la consacrazione secondo il “Rito” stabilito della Chiesa, così come costituiscono un ordine i diaconi (ordo diaconorum), i presbiteri (ordo presbiterorum) e i vescovi (ordo episcoporum), per il fatto che ricevono il sacramento dell’ordine nei suoi diversi gradi. Mentre gli ordini maschili si sono conservati fino ad oggi, l’ordo virginum è andato scomparendo in concomitanza alla nascita dei monasteri e delle famiglie religiose, fino a quando il Concilio Vaticano II lo ha ripristinato, riscoprendo il valore della Chiesa particolare con il suo vescovo-pastore, della santità laicale e ribadendo la necessità della vita consacrata nella Chiesa; vita, che costituisce oggi una delle risposte più efficaci all’emergenza educativa denunciata da papa Benedetto XVI (Messaggio della Cei per la 15a Giornata mondiale della vita consacrata).
Le caratteristiche
Le vergini consacrate non si distinguono dagli altri: vivono nella propria casa (sole o in famiglia), lavorano per mantenersi, sono impegnate in parrocchia o in altre realtà ecclesiali, pregano con tutti gli altri fedeli, ma è il loro cuore ad essere diverso: riconoscendosi profondamente amate da Dio, amano Cristo con cuore di spose e con vincolo indissolubile, per cui possono essere riconosciute, come insegnano i Padri della Chiesa, immagini della Chiesa-Sposa.
La spiritualità
Pur non avendo né regole né costituzioni, stabiliscono in accordo con il Vescovo il loro stile di vita spirituale, laicale e di servizio ecclesiale.
La spiritualità che ha affascinato le due donne riminesi può essere riassunta in tre parole: sponsalità, che è la scelta di Cristo come unico Sposo, per cui lo amano, desiderano i suoi stessi sentimenti, condividono il suo stile di vita e la sua passione per la gloria del Padre e la salvezza dell’umanità; laicità, perché vivono nel mondo e tra i fratelli come sale e lievito nella pasta; diocesanità, perché assumono un vincolo speciale con la Chiesa diocesana, ponendosi al suo servizio, in accordo con il Vescovo dal quale dipenono.
Il servizio principale che le due donne offriranno alla nostra Chiesa è anzi tutto il loro essere vergini consacrate, la loro vita donata a Cristo, come segno profetico ed escatologico della meta ultima della storia a cui ogni fedele è chiamato e alla luce della quale orienta le proprie scelte di vita – come ci ricorda ancora il Messaggio dei vescovi italiani questa Giornata della vita consacrata. Tale servizio si rende manifesto nella coerenza della loro vita al Vangelo, nella preghiera incessante per la Chiesa, nell’attività apostolica e nella carità quotidiana.
Migliaia nel mondo
Sono migliaia oggi nel mondo le donne che stanno rispondendo a questa vocazione nelle loro Chiese (da Baghdad a New York, da Bombay al Burkina Faso, da Parigi alla Costa Rica, solo per citarne alcune), attratte dalla genuinità e dalla freschezza di una forma di vita consacrata tanto “antica” e tanto “nuova”.
Ogni Chiesa particolare ha il suo ordo virgimum, il quale presenta un volto diverso, conforme alla storia, alle tradizioni e alla vita della comunità diocesana, per cui anche l’ordo virginum riminese sarà unico e irripetibile. In Emilia Romagna esistono testimonianze antiche e autorevoli della presenza dell’ordo virginum (per esempio S. Ambrogio) e a tutt’oggi ci sono una decina di vergini consacrate nella Diocesi di Reggio Emilia; a Parma l’ordo virginum è nato nel 2002 e a Modena nel 2006… e a Rimini – a Dio piacendo – nel 2012!
Elisabetta Casadei
Ordo virginum e
docente all’ISSR di Rimini