Web ed adolescenti. Opportunità e rischi. A parlarcene in un’intervista, al termine dell’incontro svoltosi al Garden Sporting Center, Educare al digitale: genitori e figli nell’epoca del web, organizzato dall’associazione Formadillo-educare al digitale, è Sergio Gridelli, esperto di comunicazione aziendale ed elaborazione dei contenuti per il web ed ora anche docente della sopra citata associazione, volta ad offrire strumenti e metodologie per vivere al meglio nella nuova era del digitale.
Scuola e famiglia sono due “agenzie educative” fondamentali per i giovani in crescita. Come possono creare una collaborazione tra loro sempre più proficua al fine di educare i giovani ad un uso consapevole degli strumenti digitali?
“Per effetto di internet la scuola sta cambiando, anche se in Italia questo processo è più lento che altrove. Nelle scuole è sempre esistita la tecnologia, ma è così naturale che non la consideriamo più tale. Da cinque secoli, questa tecnologia rivoluzionaria è il libro. Tuttavia, oggi ci troviamo di fronte a una transizione per molti versi epocale. L’apprendimento non è più solo legato alle nozioni fatte di carta e inchiostro, ora i contenuti sono nella cloud, quindi ovunque. Gradualmente la scuola diverrà sempre più prossima al concetto dello scoprire. Cambia parallelamente anche il ruolo del genitore. Non più l’assistenza per lo svolgimento dei compiti, ma una vera e propria attività collaborativa per la produzione e la creazione di nuove esperienze digitali. Tutto questo comporta un allineamento del livello di alfabetizzazione digitale fra la famiglia e la scuola. Un processo che, a mio avviso, dovrebbe vedere l’allargamento del supporto fornito dall’animatore digitale anche a beneficio dei genitori”.
Cyberbullismo, un fenomeno in crescita. Quali sono i segnali che dovrebbero mettere in allarme i genitori?
“La pervasività e l’istantaneità del web hanno fatto sì che le prevaricazioni non abbiano più limiti di tempo e di spazio. I possibili effetti del cyberbullismo su una ragazzina o un ragazzino difficilmente passano inosservati: abbassamento del rendimento scolastico, calo dell’autostima, depressione, isolamento, atteggiamenti immotivati di rabbia e violenza. Ancora una volta, la prevenzione è la soluzione migliore. Sul fronte scolastico, penso alla possibile introduzione di una materia come l’educazione civica digitale e, perché no, alla presenza periodica di uno psicologo a disposizione dei ragazzi. Per quanto riguarda la famiglia è importante introdurre nel lessico familiare anche nuovi argomenti: quali sono i pericoli della rete, come difendersi dai molestatori online, perché non si devono raccontare agli sconosciuti aspetti privati della propria vita”.
Come possono i genitori educare i propri figli ad un uso consapevole dei social?
“ Per i cosiddetti nativi digitali internet è qualcosa che è sempre esistito e che è parte integrante della loro vita. Se dieci anni fa un babbo o una mamma chiedevano al loro figlio come era andato il compito in classe di matematica, oggi gli devono anche domandare come è andata sul gruppo di Facebook, di cosa si sta discutendo maggiormente sui social media, quali nuovi amici hanno conosciuto in rete. Sarebbe anche auspicabile che genitori e figli dedicassero un po’ di tempo per leggere e commentare insieme le policy dei vari social”.
I Pokémon e la nuova app. C’è il rischio che possa divenire una vera e propria mania?
“Pokémon GO è il gioco di realtà aumentata del momento. Tuttavia, al di là dell’aspetto legato alla possibile dipendenza provocata dal gioco, mi pare stiano emergendo anche altre manifestazioni altrettanto complesse, ossia comportamenti a dir poco ineleganti (si va a caccia di Pokémon nei cimiteri o in altri luoghi deputati al rispetto), la potenziale pericolosità (come l’avventurarsi in zone abbandonate), la ricaduta sul marketing (fa o non fa differenza avere una ’palestra’ localizzata davanti al proprio esercizio commerciale?)”.
Quali sono i rischi nei quali gli adolescenti potrebbero incorrere abusando dei social network?
“A parte i possibili pericoli derivanti da condotte online eseguite senza connettere la testa (non considerare il valore della propria privacy e della reputazione personale), secondo me un aspetto preoccupante è la crescente dipendenza dai social media. Ovvero, la perdita di contatto con la realtà reale, il mancato interesse per le persone dell’ambito familiare o scolastico, l’attribuzione di assoluto valore ai social network in quanto unica fonte di interesse e soddisfazione”.
Quali sono i vantaggi che i social potrebbero offrire ai giovani?
“I social, come del resto il web, sono nati per far crescere la conoscenza. Quindi, sono un formidabile strumento per connettersi facilmente con un numero pressoché infinito di persone, per comunicare e condividere interessi personali e professionali, per mettere in comune le proprie esperienze e apprendere da quelle degli altri”.
Quali sono le responsabilità anche legali di genitori e adolescenti quando si condividono contenuti e immagini sui social network?
“Va detto che quando si inserisce un qualsiasi contenuto (testi o immagini) su un social media, se ne perde immediatamente il controllo, anche se il materiale viene cancellato quasi istantaneamente. Ciò perché qualcuno dei contatti lo potrebbe aver già scaricato o fotografato. Quindi è sempre buona norma accertarsi bene dei possibili effetti che potrebbero determinare i contenuti che si vanno a condividere. Il web e i social non sono uno spazio sospeso nel vuoto delle regole giuridiche, anche in questi contesti si applicano le stesse norme previste in materia di responsabilità civile e penale. Pertanto, reati come la lesione della reputazione, la violazione dei diritti d’immagine e del copyright sulle opere d’ingegno (fotografie, libri, musica, film, etc.), gli atti di persecuzione (stalking online), il furto d’identità e di password, sono tutti aspetti che richiamano a un’assunzione di responsabilità diretta, se la persona è maggiorenne, o da parte di chi ne fa le veci nel caso di un minore”.
La dipendenza dai social network è un fenomeno diffuso. Quali i sintomi che dovrebbero mettere in allarme un genitore?
“Il fenomeno della dipendenza online è talmente diffuso che al Policlinico Gemelli di Roma è stato inaugurato già nel 2009 l’Internet Addiction Disorder, un ambulatorio per la cura dei disturbi ossessivi causati dal web. Nella letteratura relativa alle dipendenze digitali, vengono indicati quali sintomi psicopatologici da un’elevata permanenza su internet la perdita delle relazioni interpersonali, la modificazione dell’umore, la cognitività completamente orientata all’uso del computer, del tablet o dello smartphone, l’alterazione del vissuto temporale con risvolti dissociativi. Per altro verso, non è da sottovalutare come l’abuso del sempre connessi sia da mettere in relazione anche con situazioni deficitarie preesistenti, quali, ad esempio, la mancanza di dialogo in ambito familiare”.
Formadillo offre assistenza anche i genitori che riscontrano nei propri figli fenomeni di dipendenza dai social network e dagli strumenti digitali?
“Formadillo nasce come espressione del riconoscimento di un problema: la difficoltà da parte di molti genitori di comprendere i nuovi spazi di relazione dei propri figli. Pertanto, Formadillo si pone come una sorta di task force con lo scopo di fornire strumenti e metodologie utili per affrontare queste nuove dimensioni del vivere quotidiano. Per raggiungere questo scopo, si avvale, ovviamente, di genitori e di professionalità che operano nell’ambito psicologico, della comunicazione, della sicurezza online e di numerose altre competenze relative al mondo della rete e dei social media.
Sara Castellani