Barbara non ce l’ha fatta. Nata 18 mesi fa con una grave malformazione cardiaca, era venuta in Italia insieme con la sua mamma, nell’ambito dell’Operazione Cuore, con la speranza di un intervento chirurgico che potesse salvarla. Dopo un mese passato in terapia intensiva è morta raggiungendo in cielo Mitchel, l’altra bambina deceduta a novembre del 2010, anche lei ospite della famiglia Racis (qui a fianco la testimonianza di Luciano e Lucia Racis).
Come ci riferisce Sara Barraco – responsabile dell’Operazione Cuore per la Caritas diocesana -, sono 10 i bambini giunti a Rimini nell’ultimo anno provenienti dall’ospedale di Marilena Pesaresi. Otto di loro – molto piccoli, meno di due anni – sono accompagnati dalla mamma o da un familiare. Quattro sono stati operati e sono tornati a casa guariti. Tre di loro sono rimasti 6 mesi e uno un anno; Barbara non ce l’ha fatta.
Il dott. Tonino Pesaresi insieme con l’équipe di medici che con lui partecipano all’Operazione Cuore, ha già programmato diversi altri arrivi per i prossimi mesi.
Fanno parte dell’équipe i dottori Tonino Pesaresi, Flavio Bologna e Francesca Fabbri, cardiologi di Rimini e Riccione; Gabriele Bronzetti della cardiologia pediatrica del Sant’Orsola di Bologna; Giandomenico Colonna, anestesista dell’ortopedia del “Rizzoli” di Bologna, e Giorgia Marconi, anestesista di Riccione. Gli interventi chirurgici sono a carico delle strutture sanitarie dell’Emilia Romagna. In questi ultimi anni sono aumentate le richieste perché nello Zimbabwe si è diffusa la conoscenza dell’Operazione Cuore e sempre più famiglie si rivolgono all’ospedale di Mutoko.
Per chi arriva dal continente africano le volontarie della Caritas sono il primo viso amico che incontrano scesi dall’aereo; esse seguono i rapporti con le famiglie riminesi che danno la propria disponibilità ad accogliere questi bambini per tutti i mesi della loro permanenza in Italia, offrendo assistenza, ma soprattutto l’affetto e il calore di cui hanno bisogno. La Caritas, inoltre, si fa carico dell’acquisto dei medicinali, dell’accompagnamento alle visite di controllo agli ospedali di Bologna e Rimini e dell’assistenza nelle fasi pre e post operatorie.
Occorrono famiglie disponibili ad accogliere in casa i bambini per alcuni mesi, prima e dopo l’intervento. È necessario reperire fondi per gli esami clinici da fare in Africa, per il viaggio, per l’assistenza e i medicinali.