Quando pipistrelli e delfini viaggiano in coppia. Impossibile? Mica tanto. Provatelo a chiedere alla Fondazione Cetacea di Riccione che da qualche mese ha preso in gestione la riserva naturale di Onferno.
“Il filo logico che unisce le due attività – sottolinea Sauro Pari, numero uno della Fondazione -è la conservazione ambientale e la promozione della conoscenza e la divulgazione delle buone pratiche di rispetto della natura. Crediamo che la cura dell’ambiente, nelle sue diverse forme, non può essere vista a compartimenti stagni. La nostra esperienza ventennale può allargarsi tranquillamente ad altre specie e ad altri ambienti, avvalendosi di esperti nella specificità”.
Quali sono i vostri progetti?
“La riserva di Onferno è un capitale importantissimo per la popolazione locale e per l’intera provincia, noi vogliamo mettere a disposizione la nostra esperienza di organizzazione, di marketing e gestione”.
Un primo assaggio lo si è già avuto: lo scorso 14 marzo, infatti, grazie al patrocinio del Comune di Gemmano e della Provincia di Rimini, si è tenuto a Onferno un importante convegno internazionale, il meeting finale del progetto europeo Parks and Economy. Al termine del convegno è stato inaugurato dal sindaco di Gemmano uno dei sentieri recuperati nell’ambito del progetto stesso. Ma qual è il rapporto tra la riserva e il Comune di Gemmano e più in generale con il territorio della Valconca?
“Come ho detto, Onferno è un punto di eccellenza della provincia di Rimini e in particolare della Valconca. Da anni si parla della realizzazione di un parco del Conca lungo l’asse che va da Onferno a Cattolica. Il Comune di Gemmano, scegliendo in passato di realizzare una riserva e non una discarica, ha fatto una scelta giusta e lungimirante. Se riusciremo ad armonizzare tutte le forze in questa direzione Onferno e il territorio di Gemmano, potranno godere in futuro di uno sviluppo notevole incentrato sul turismo ambientale e naturalistico.
Un turismo quello ambientale che sta riscuotendo sempre più consensi e che potrebbe finalmente permettere all’entroterra riminese di brillare di luce propria e di smettere di vivere all’ombra del balneare. E che questo segmento turistico sia in ascesa lo confermano anche i visitatori che decidono di addentrarsi nella riserva.
“Il target di Onferno – conclude Pari – è quello delle famiglie ma riteniamo possa ampliarsi in maniera considerevole con i giovani. Non disponiamo ancora di dati statistici approfonditi avendo appena assunto l’incarico di gestione, ma crediamo che attualmente i visitatori si attestino all’incirca sui 10mila all’anno. La nostra speranza è di creare un circolo virtuoso portando a Onferno ancora più visitatori. Sfruttando al meglio anche le strutture di servizio che sono molte e ben concepite. Perché oltre al centro visite che ospita il Museo Naturalistico della riserva, c’è un piccolo orto botanico che contiene esempi di flora autoctona. C’è poi la sala del nuovo museo che verrà presto attrezzata con un moderno impianto multimediale e potrà essere comunque utilizzata per convegni e meeting, per di più offrendo attrezzature all’avanguardia. Onferno offre la possibilità di passare una piacevole giornata ma anche una breve e rilassante vacanza arricchita da prodotti gastronomici locali che non temono confronti con quelli di altre località”.
Patrizio Placuzzi