Lo sapevate che Rimini ha dei cantautori conosciuti a livello nazionale? Che fra loro c’è chi ha scritto pezzi per Cristiano De Andrè o ha aperto i concerti di Zucchero? E lo sapevate che, sempre la riviera, può vantare musicisti che hanno suonato alla Scala e collaborato con Biagio Antonacci? Ora lo sappiamo tutti, dopo che questi artisti si sono esibiti a “Onde Corte”, il festival della cultura indipendente del teatro Corte di Coriano. Sette serate di musica ma anche mostre, incontri con scrittori e degustazioni di prodotti enogastronomici, all’insegna della valorizzazione delle risorse del territorio.
“L’idea del festival è quella di una vetrina per la cultura indipendente, cioè lontana dai grossi circuiti discografici e editoriali. – spiega Carlo Giunchi, direttore di Corte Coriano Teatro – Una scommessa sulle energie del territorio.” Sul palco del Teatro Corte il pubblico ha applaudito nomi come Daniele Maggioli, Giuseppe Righini, Dany Greggio & the Gentlemen, Sergio Casabianca, Massimo Zamboni, insomma la “scuola riminese”, cantastorie giovani con la voglia di raccontare e raccontarsi in un originale blend fra musica, teatro e letteratura. Insieme a loro sono saliti sul palco il gruppo “Voci”, che ha trasformato in canzoni le poesie dialettali di Tonino Guerra, Raffaello Baldini e Nino Pedretti, e il Teatro Officina Zimmermann, con una piece teatrale sull’assalto dei militari ceceni al teatro Dubrovka di Mosca. Tutti concerti che possono essere rivisti su IcaroRiminiTV ogni domenica alle ore 21.15.
A riflettori spenti, direttore come giudica la rassegna?
“Per la Fondazione Corte Coriano Teatro è stata la prima esperienza di eventi raccolti in forma di festival. È stato un impegno consistente in termini di energie organizzative e comunicative, soprattutto nella direzione del coinvolgimento di un pubblico giovane, al di fuori degli schemi della cultura televisiva.”
Quale risposta dai giovani?
“Siamo riusciti a creare con loro un contatto diretto e ravvicinato, anche se naturalmente la presenza è stata più significativa di fronte alle nuove proposte, come quella di Daniele Maggioli.”
E la partecipazione del pubblico?
“Complessivamente il festival è stato seguito da diverse centinaia di persone. Forse potevano essere di più, ma oggi la relazione diretta tra pubblico e artisti nuovi è dominata dai linguaggi di comunicazione di massa. Se a questo aggiungiamo l’aggravante di una situazione economica che riduce la disponibilità di risorse… Certamente non ci aspettavamo grandi numeri, anche perché questo tipo di proposte necessita di tempo per crescere, soprattutto quando vengono presentate in strutture nuove che devono ancora consolidare un proprio pubblico.”
E non è mai facile spostare le grandi masse…
“Non sempre è giusto anteporre le valutazioni di natura quantitativa. C’è una valutazione che nella diffusione culturale è fondamentale, cioè quella di natura qualitativa, che misura la ricchezza dell’esperienza che si realizza. Da questo punto di vista il successo è stato pieno: gli apprezzamenti del pubblico presente, la soddisfazione degli artisti, l’attenzione della stampa ne sono la prova più evidente.”
Insomma ci sono tutte le premesse per continuare l’esperienza…
“Stiamo già pensando a «Onde Corte 2011». Certamente lavoreremo per innovare la proposta, per coinvolgere sul tema dell’indipendenza altri settori culturali, oltre a musica ed editoria. Probabilmente supereremo la formula della settimana intera optando per due o tre week-end.”
Come hanno commentato “Onde Corte” gli artisti?
“Hanno apprezzato moltissimo l’iniziativa, anche perché molte esperienze musicali si sono intrecciate, con musicisti che sono intervenuti in più di un concerto. Alcuni hanno proposto future «residenze» in teatro per la produzione di nuovi dischi, come già è avvenuto, altri stanno pensando ad eventi particolari che rilancino anche in forma diversa l’esperienza fatta.”
Alberto Guidolin