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Occhio, malocchio, prezzemolo e…

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Avanti o popolo degli scaramantici, degli allenatori, dei tifosi senza ritegno, degli appassionati incalliti, degli sportivi della domenica e non, del “perché ha lasciato a casa questo e quell’altro giocatore”, di tutti quelli che quando gioca la Nazionale di calcio italiana si rimane a casa con gli amici, pizza, birra e un silenzio tombale. I Campionati europei di calcio sono già iniziati e i tifosi hanno già mostrato il meglio e il peggio di sé, senza sapere che c’è stato qualcuno che ha provato a “inquadrarli” realizzando uno studio per tracciare l’identikit del tifoso italiano tra portafortuna e rituali scaramantici.
Lo studio diffuso poco prima che iniziassero gli Europei 2016 è stato condotto da Survey Lab (Università La Sapienza di Roma) e diffuso dal colosso delle vendite internet vente-privee (che ha realizzato anche l’infografica pubblicata a lato).

Calciatori vs Allenatori
Il 75% degli italiani sta guardando le partite (3 punti percentuali in più rispetto alla media europea), dividendosi in due categorie di tifosi: “i calciatori” (tra i 18 e i 40 anni) e gli “allenatori” (con un’età compresa tra i 41 e i 65 anni). Dallo studio emerge che i tifosi “calciatori” s’infiammano il 30% in più rispetto i colleghi “allenatori”, che sono più impulsivi (63% contro il 33%) e che non nascondono (il 46%) che vorrebbero entrare loro stessi in campo per risolvere la partita. I “calciatori” amano guardare la partita con gli amici (55%, solo il 30% degli “allenatori”) e detestano (il 30%) guardarla con un tifoso della squadra avversaria.
Gli “allenatori”, invece, in virtù della loro maturità, sono più propensi a mettersi davanti alla tv e sciorinare consigli tattici (27% contro il 18% dei colleghi tifosi più giovani); il 26% non disdegna di guardare la partita il solitudine, il 10% non apprezza in alcun modo la presenza della propria compagna.
Una curiosità: anche le donne stanno guardando questi Europei di calcio, appassionandosi quasi più degli uomini: il 45% vive le partite con coinvolgimento emotivo, arrabbiandosi e innervosendosi, “mentre il 30% di loro prende addirittura le ferie per non perdere nemmeno uno scontro internazionale”.

Euro 2016 tra portafortuna e gesti scaramantici
Non stiamo di certo scoprendo l’acqua calda dicendo che quando si parla di pallone la scaramanzia si spreca. Quadrifogli e cornetti rossi affiancano veri e propri rituali che – a dire il vero – coinvolgono tutti e non solo i tifosi. Ma sono loro che, per Euro 2016, si affidano per il 94% a gesti scaramantici e per il 6% ad oggetti portafortuna (44% cornetto rosso, 12% maglie di vecchi giocatori, 7% vecchio pallone).
Ma torniamo ai gesti scaramantici. Il 67% degli intervistati ha dichiarato di sedersi sempre allo stesso posto, il 33% di non radersi per tutta la durata dell’Europeo. E questi sono solo i tifosi…

Quella scaramanzia passata alla storia
Ci sono campioni del calcio che sono passati alla storia proprio per aver compiuto un gesto scaramantico a dir poco eclatante. Gianluca Zambrotta non si è mai vergognato di dichiarare che prima delle partite era solito indossare prima la scarpa sinistra e poi quella destra. Mentre Marco Tardelli giocava con un santino infilato nei parastinchi; Giovanni Trapattoni preferiva dotarsi di una boccetta d’acqua santa. Quanto vale tutto questo? Poco, solo suggestione, dicono gli scettici. Sarà, ma sta di fatto che il 27 marzo 1967, in occasione di Italia-Portogallo, Gigi Riva indossò la maglia numero 9 al posto della sua numero 11. Risultato? Si ruppe una gamba. Chiamatela superstizione…

Angela De Rubeis