Primo ingrediente: la creatività. Secondo ingrediente: un ambiente favorevole per la crescita. Terzo ingrediente: la formazione. Quarto ingrediente: la tenacia e la volontà di fare. Mettete nel frullatore tutti questi elementi e avrete “Nuove Idee nuove imprese”. Torna anche quest’anno (il bando si è aperto il 12 febbraio), il concorso per gli imprenditori del futuro, promosso da Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini, Provincia di Rimini, Repubblica di San Marino, Camere di Commercio di Rimini e San Marino, Fondazione San Marino, dai Dicasteri dell’Industria e del Lavoro della Repubblica di San Marino, UniRimini e l’Università di San Marino e per finire dalle Associazioni industriali di Rimini e di San Marino.
Giunti alla settima edizione, le regole del gioco sembrano cambiate di poco. Alla base del concorso, la presentazione di un progetto prima, e di un busibess plan, dopo; cui far seguire un periodo di formazione per dare agli aspiranti imprenditori gli strumenti giusti per navigare in un mare pieno di squali. Nel considerare la fase del business plan e quindi della pianificazione del progetto azienda, il momento più importante dell’intero lavoro, si è pensato per questa settima edizione di allungare i suoi tempi di consegna, che avverrà a ridosso della premiazione dell’8 ottobre. Il progetto dovrà essere presentato, comunque, entro il 30 marzo, e i primi tre classificati potranno mettere le fondamenta della nuova impresa. Il primo premio, infatti, si aggiudicherà 20mila euro, il secondo 12mila euro, il terzo 6mila euro.
Sino a oggi il concorso ha creato 20 nuove imprese rivitalizzandone altre 7, e visto la partecipazione di oltre 1000 giovani con 360 progetti e 120 business plan. Quest’anno al taglio del nastro è stato organizzato un convegno “Impatto nuova impesa”, cui hanno preso parte Marco Cobianchi; giornalista del settore economico del periodico Panorma e 8 degli imprenditori nati dalle scorse edizioni. Nel tracciare le linee di un tessuto imprenditoriale particolarmente vivace, Cobianco ha sbriciolato per la provincia numeri record: “Rimini ha registrato nel corso dello scorso anno un tasso di crescita delle imprese pari allo 0.76%. Un numero che al primo colpo d’occhio appare insignificante, ma che in realtà assume il suo spessore se si pensa che è più alto rispetto ala media regionale di 0.12 punti percentuali, e che la media nazionale è di 0.75%”. Numeri che vanno a braccetto con quello che Cobianco chiama un ‘gene del dna’: “In genere una crescita aziendale si ha in territori o molto popolosi o molto ricchi. Visto che Rimini non può dirsi proprio una metropoli e che è ultima in regione per reddito procapite, non si manifesta nessuna delle due condizioni. Qui entra il gioco in dna, quella caratteristica del fare che è propria di voi riminesi”.
Angela De Rubeis