In merito alla drammatica situazione in cui versa la stampa locale in Emilia-Romagna, come nel resto d’Italia, con la contrazione del numero dei lettori, delle vendite nelle edicole, degli abbonamenti, dei ricavi pubblicitari, dei sostegni pubblici e privati, si evidenzia che sono a rischio la stessa libertà di pensiero e il pluralismo informativo. Questi principi sono per noi irrinunciabili, per cui urge un nuovo senso di responsabilità da parte di tutti per non lasciar morire le voci del territorio, i giornali della gente, delle nostre comunità, e varie altre testate.
Perdere un patrimonio così prezioso significa impoverire il tessuto sociale del nostro popoloe andare verso un pensiero unico dominante. È pertanto a rischio la stessa democrazia partecipata.
La realtà dei settimanali aderenti alla Fisc, quindici in tutta la regione Emilia-Romagna, è estremamente significativa. Nati tra la fine dell’800 e l’inizio del secolo scorso, diffusi capillarmente, rinnovatisi nei decenni successivi fino ai giorni nostri accogliendo le innovazioni tecnologiche, creando opportunità e sinergia nella rete con i siti, costituiscono ancora oggi una storia e una presenza significative e danno valore, insieme al quotidiano “Avvenire”, ad una informazione vicina alla gente e capace di raccontare la vitalità delle Chiese locali e della comunità civile. Senza diffondere rassegnazione, pubblicano ogni settimana notizie sulla vita reale della gente, raccontano il positivo e il bene, infondendo speranza e creando legami anche in un tempo particolarmente buio e di crisi come quello che stiamo attraversando.
È in atto l’adeguamento alle nuove tecnologie, ad avere imprese editoriali capaci di generare posti di lavoro, oggi a rischio, in una forte azione formativa e deontologica, in un momento in cui le risorse e i contributi statali diminuiscono.
Ora si chiede di sostenere non l’opera di viaggiatori solitari, ma di investire in vere realtà di comunicazione che hanno uno stretto legame con il territorio e con tutta la comunità.
È anche una questione di equità e democrazia. Per questo si auspica da parte dello Stato e delle sue varie articolazioni, compresa la Regione, un impegno politico su come destinare fondi e azioni pubbliche capaci di valorizzare chi racconta l’identità e la storia di un territorio e alimenta quella polifonia e quel confronto cui non si vuole rinunciare.
A dieci anni dalla pubblicazione del Direttorio Cei “Comunicazione e missione”, un vasto impegno nelle diocesi dell’Emilia-Romagna, come si è visto anche nel recente incontro regionale a Ferrara organizzato da questo ufficio, è auspicato per valorizzare tutte le nostre realtà impegnate nel mondo dei media, per sostenere i nostri settimanali anche attraverso l’abbonamento e la diffusione, per una pastorale organica delle comunicazioni sociali, a favore di una autentica promozione umana e culturale della persona.
Ufficio Regionale Comunicazioni Sociali
Conferenza Episcopale Emilia-Romagna