Per quella inguaribile tendenza di noi che ci occupiamo di informazione a parlare per frasi fatte, non appena qualcuno fa qualcosa di apparentemente sbagliato e suscita la reazione di una o più persone, ecco che finisce “nella bufera”.
Il direttore di gara non fischia un rigore? Arbitro (e/o Var) nella bufera. Un ministro la spara troppo grossa? Apriti cielo, ministro nella bufera. Una influencer fa pasticci con campagne più o meno solidali e la gente non
la capisce? L’influencer finisce nella bufera.
Di solito la bufera passa subito è l’arbitro continua ad arbitrare, il Ministro a ministrare e l’influencer a fatturare. L’unica bufera che è mancata all’appello però quest’anno è stata quella meteorologica nel senso più tipico: quello associato alla neve, quello del verbo romagnolo ‘buffare’, “e’ boffa”.
I meteorologi sono concordi nel dire che l’inverno non ha mai ingranato, e non solo per la mancanza di neve ma per temperature medie decisamente superiori alla norma. Ma a noi che ci importa?
Paghiamo meno in bolletta, evviva evviva. Il clima fuori controllo non fa notizia, fa notizia un’auto elettrica che si incendia in un parcheggio. Con buona pace delle statistiche per cui gli incendi autonomi di auto elettriche (fermo restando la tecnologia da migliorare) sono minimi rispetto a quelli di auto tradizionali. “Auto elettriche nella bufera”, e vissero tutti accaldati e contenti.