C’è chi affronta il grave problema della casa a Rimini contrapponendo povero italiano a povero straniero, quasi ci fossero cittadini di serie A e di serie B. A noi invece piace affrontarlo citando le proposte concrete fatte dall’Ufficio Diocesano per la Pastorale sociale qualche mese fa nel documento “Non c’era posto per loro. La casa è un bene fondamentale”:
1) Sostenere i giovani nel loro progetto familiare agevolando l’acquisto della casa per le nuove coppie, attraverso una riduzione del costo dei mutui, ovvero sostenendo i costi dell’affitto per un periodo di tre anni attraverso il reperimento di risorse idonee o per mezzo di sgravi fiscali. Gli istituti di credito concedano contributi a tasso agevolato per l’edilizia popolare, sostenendo in particolare l’aggregazione di cooperative per la costruzione della prima casa.
2) Aumentare la dotazione di aree per le case sociali (ex ERP), per la vendita e la locazione di alloggi a prezzi convenzionati.
3) Incentivare progetti di costruzione anche per famiglie numerose e a prezzi accessibili
4) Agevolare fiscalmente chi affitta.
5) Mantenere vivo l’impegno contro l’abusivismo edilizio e gli affitti in nero.
6) Sperimentare la costruzione di case popolari in raccordo con fondazioni e imprese a favore di lavoratori.
7) Trovare forme di sostegno per l’acquisto delle prima casa a favore dei giovani anche attraverso un fondo di garanzia per quanti hanno un lavoro flessibile o precario.
8) Sostenere le nuove forme di intervento che vanno sotto il nome di autocostruzione.
9) Semplificare le procedure edilizie: troppe volte a prevalere sono la burocrazia e i regolamenti edilizi molto diversi da comune a comune.
10) Incentivi fiscali per chi realizza programmi abitativi destinati all’affitto a canone concordato.
11) A determinare il prezzo della casa oggi non sono solo i costi di costruzione, ma anche i costi del terreno. Una risposta potrebbe essere quella di puntare sul recupero degli edifici non utilizzati, nonché la ristrutturazione di vecchie case popolari. Gli strumenti a disposizione dei comuni sono diversi: programmi di recupero urbano (PRU) e i contratti di quartiere.