L’avventura è iniziata con la consegna, ai bambini e alle famiglie della Parrocchia, delle “cassettine” salvadanaio per il dono di Natale. Sono stati proposti due obiettivi: una borsa di studio completa per un seminarista africano o asiatico (siamo nell’anno sacerdotale!) e un aiuto alla Missione diocesana in Albania.
Vogliamo aiutare la nostra Missione in Albania, fondata nel 1993, a svolgere la sua azione pastorale per un popolo e una Chiesa locale che vive una situazione ancora difficile, dopo cinque secoli dall’occupazione da parte dei musulmani ottomani, dopo decenni di oppressione e di ateismo, dopo venti anni di non facile transizione alla normalità. Fra tante fatiche, la Chiesa Cattolica rinasce nell’Albania del sud.
L’aiuto proposto veniva indicato in termini molto concreti: offrire 3000 euro per aiutare una famiglia povera a costruirsi la casa; i prezzi in Albania rendono praticabile questo obiettivo.
È stato precisato: a costruirsi. Nessun paternalismo. L’idea l’ha data la Missione stessa: non “donare una casa”, ma donare il materiale minimo per costruirsi la casa, con le forze che una famiglia può mettere in campo (parenti e amici) e con l’aiuto di altri volontari e di qualche operaio.
In parrocchia l’idea piacque moltissimo, oltre ogni attesa: un aiuto che mobilita il povero a rimboccarsi le maniche e gli dà il sostegno minimo necessario per costruirsi la casa. Non una “casa popolare”, ricevuta senza merito; ma una casa essenziale, sobria, veramente “propria”, costruita con l’aiuto della Chiesa e con la propria fatica, tanto più amata quanto più sudata. Se poi un giorno le condizioni economiche miglioreranno, si potrà sperare anche nella possibilità di migliorare l’abitazione e di renderla più confortevole.
Le cassettine erano già state distribuite ai ragazzi del catechismo, e alle famiglie che le avevano ritirate spontaneamente in chiesa, che una famiglia si presentò al parroco: “Un’altra casetta la doniamo noi”. A questo punto le casette da donare erano due, anziché una.
Venne poi l’Epifania. Ragazzi e famiglie in ogni Messa hanno portato le loro cassettine in processione offertoriale. Il parroco annuncia la somma raccolta, e comunica che è sufficiente “per l’adozione di un seminarista (2600 euro) e per due casette”. Alla fine della Messa si presenta un parrocchiano, che a nome della sua famiglia dice: “Facciamo tre casette. Una la offriamo noi”.
Così quando il 4 febbraio don Giovanni Vaccarini, missionario della Diocesi di Rimini in Albania, è venuto in parrocchia per portare la testimonianza della Missione e della vita dei cristiani in quella terra, la Parrocchia San Gaudenzo gli ha consegnato 9.000 euro per aiutare tre famiglie povere della Missione a costruirsi la casa.
Don Giovanni ha proiettato foto di famiglie con case del tutto inagibili e semicrollate. Ha presentato progetti e lavori in corso. Ha commentato: “Ecco la Provvidenza! Non avevo idea di dove avrei trovato i soldi per queste case. Grazie a voi, sono arrivati!”
Una singolare “coincidenza”: la Parrocchia San Gaudenzo è legata all’Albania dalla Madonna del Buon Consiglio la cui immagine è venerata nella chiesa parrocchiale. È la Patrona dell’Albania, la cui icona originale fu portata in Italia sei secoli fa per salvarla dall’invasione degli ottomani.
Aldo Amati