“Non abbiamo aspettato Expo per darci una mossa. Per noi questa è solo una molla per farci lavorare su prodotti turistici che dovremo affermare da qui ai prossimi anni”. Nessuna lampada di Aladino brillerà tra le mani della Provincia di Rimini quando tirerà il vento dell’Expo, almeno secondo il presidente Andrea Grassi. Ciò non significa che assisteremo a tutti i costi a un fiasco Expo…nenziale. È solo che – per Gnassi – “i nostri grandi eventi, dalla Notte Rosa ad Al mèni, hanno vita propria indipendentemente da Expo e li stiamo collegando a Milano e al resto d’Italia. Sul web siamo già attivi”.
Concretamente, quanto si è speso per Expo? Il Comune di Reggio-Emilia ha investito 200 mila euro. E Rimini? “Difficile a dirsi”, afferma il presidente nonché sindaco del capoluogo nell’ultima puntata di Metropolis curata dalla redazione TRE (IcaroTV, tutti i giovedì alle 21,15 sul canale 91 del digitale). “Da sempre il turismo rientra nelle dinamiche di investimento di Rimini, e si tratta di investimenti molto alti. Tutta la nostra produzione immateriale sarà legata ad Expo”.
Senza un budget che riporti la targhetta ‘Expo 2015’ è lecito però domandarsi se sia stata messa in campo una politica specifica ed organica che miri a sfruttare il potenziale della manifestazione meneghina per Rimini. Gnassi rassicura snocciolando i tanti eventi in corso d’opera e quelli già rodati, dal “capodanno dell’estate” al progetto Via Emilia che mira a coinvolgere un’ampia gamma di turisti a colpi di Food, Motor e Wellness Valley. “Con Technogym lavoriamo alla Wellness Valley – dice il Sindaco -. Abbiamo individuato decine di strutture alberghiere che possono offrire pacchetti legati al benessere”. Sì, ma Expo? I progetti del Sindaco basteranno a mettere a tacere chi pensa che Rimini non stia facendo abbastanza per cogliere l’occasione della vetrina mondiale milanese?
Ieri e oggi. Attivarsi per far arrivare turisti da Milano e sponsorizzare le aziende riminesi nella metropoli lombarda sono compiti che spettano a tutti, dalle associazioni alle imprese, dal commerciante al bagnino. Peccato che – come presenta l’ultimo numero di TRE nel suo dossier – il coordinamento tra tutti quanti risulti ancora debole. “Non si tratta di essere diffidenti sul successo di Expo, ma di essere svegli e veloci”, incoraggia il Sindaco, “di usare il web e di costruire proposte da arricchire con la propria forza individuale”.
Come ricorda il dossier di TRE la Provincia di Rimini dell’ex presidente Stefano Vitali, si era mossa per tempo sottoscrivendo nel 2009 un accordo con l’allora commissario straordinario del governo Letizia Moratti e l’amministratore delegato di Expo Lucio Stanca per favorire uno scambio turistico tra le due mete. La Provincia guardava ad Expo come a una gallina dalle uova d’oro. Cos’è cambiato da allora?
“Non aspettiamoci miracoli”, afferma Gnassi, “Expo ha dato una spinta in più a progetti come Al mèni e Via Emilia che sarebbero nati anche senza di esso”. Il primo cittadino sembra non lasciarsi ingannare dalla suggestione dei presunti 20 milioni di visitatori in arrivo nel capoluogo lombardo dal prossimo 1° maggio. Forse per questo non si legge alcuna politica Expo-centrica o capitolo di spesa dal titolo ‘Expo 2015’; piuttosto un insieme di pezzi che provano ad agganciarsi autonomamente all’esposizione universale, come i pacchetti viaggio degli hotel che offrono il biglietto per Expo 2015. Non dobbiamo lasciarci illudere? O, forse, bisognava lottare in modo più agguerrito per garantirsi – solo per fare un esempio – l’esclusiva di meta costiera dell’esposizione universale? Un’altra località, Milano Marittima ci sta già lavorando. La Riviera Romagnola, la grande spiaggia di Expo con Rimini capitale: che bello spot sarebbe! E invece a poche settimane dall’apertura dell’evento, l’alta velocità tra Milano e Rimini resta ancora un sogno. In attesa che si ufficializzi il ritorno di Italo (NTV), a guardare l’orario di Trenitalia da maggio, per ora, Rimini può contare su un solo Frecciarossa diretto al giorno (nel tardo pomeriggio).
Cosa potrà lasciare Expo in eredità al territorio riminese? Ci sarà un’onda lunga delle buone pratiche, di aumento della produttività e dell’occupazione o solo tante parole? “Grazie ad Expo riusciremo a raccontare i vini, gli oli e tutti gli altri frutti delle nostre magnifiche colline. Fino a tre o quattro anni fa Rimini era associata all’idea di una riviera in cui si mangiava così così – Gnassi prosegue il suo racconto a Metropolis -. Con Rimini Street Food, le iniziative sulla cultura della marineria e gli altri eventi sull’alimentazione, abbiamo dimostrato come la piada possa incontrare la grande cucina. Oggi facciamo parte della ristorazione di eccellenza”. È di diverso avviso Gaetano Callà, presidente del consorzio Strada dei vini e dei sapori dei colli di Rimini: “Rimini è da sempre un bacino culinario importantissimo dove ci sono ristoranti con stelle Michelin. È forse nella nostra cultura il non riuscire a recepire i messaggi che la nostra ristorazione ha sempre dato. Il mangiar bene è nella nostra indole, e i prodotti non ci mancano”.
Antonio Carasso, coordinatore dell’Unione di Prodotto Costa fa la seguente previsione: “Expo ci aiuterà a destagionalizzare nei mesi di bassa stagione. I suoi segni saranno poco evidenti a luglio e ad agosto. Mi aspetto che i turisti italiani in soggiorno a Rimini facciano visite in giornata ad Expo in testa o in coda alla vacanza. Lo stesso per gli stranieri limitrofi (svizzeri, austriaci, tedeschi e francesi). I russi stanno affrontando difficoltà economiche, ma sono affezionati al nostro territorio, e torneranno a maggior ragione per Expo”. Sempre che il Fellini torni a volare prima della cerimonia di chiusura.
Mirco Paganelli