Saranno poco più di una ventina i riminesi in partenza per la Giornata Mondiale della Gioventù, in programma a Rio de Janeiro dal 22 al 28 luglio. Due milioni di giovani provenienti da tutti e cinque i continenti, oltre settemila dall’Italia secondo le stime del Servizio nazionale di pastorale Giovanile della CEI, invaderanno la metropoli carioca per abbracciare Papa Francesco.
A tantissimi ragazzi della nostra diocesi, complice soprattutto un prezzo del volo proibitivo (sopra i mille euro), non resterà che seguire l’appuntamento sui mass media e social network.
Eppure, tra i “magnifici” ventitrè della nostra diocesi, pronti a sbarcare nella metropoli più colorata al mondo, c’è chi non si limiterà a guardare l’evento dalla folla. La maggioranza dei pellegrini riminesi (diciassette, per la precisione) avrà anzi un ruolo tutt’altro che marginale, con il privilegio di salire addirittura sul palco per intrattenere il pubblico della GMG con non uno, ma ben due spettacoli. Emanuela Frisoni ancora non ci crede: quando, lo scorso dicembre, ebbe l’idea di iscrivere insieme agli altri ragazzi del gruppo artistico della Comunità Papa Giovanni XXIII, due proposte all’Organizzazione Arti Sceniche della GMG, mai avrebbe pensato di poter vedere realizzato il suo sogno: portare il musical su don Oreste, Con le scarpe sempre ai piedi (nella foto una scena), di cui è regista insieme a Pasquale D’Alessio, sotto i riflettori di un appuntamento di portata mondiale come la Giornata Mondiale della Gioventù.
Lo spettacolo teatrale che ha fatto il suo debutto a Rimini lo scorso autunno, in occasione del convegno internazionale dedicato al sacerdote “dalla tonaca lisa”, verrà portato a Rio come proposta numero 449, cifra che rende bene l’idea di quanto sarà fitta l’agenda della metropoli brasiliana con il Papa.
Il gruppo si esibirà il 26 luglio al Teatro Uerj Odylo Filho di Maracanà, della capienza di ben 1.100 posti, a pochi passi dallo stadio. “Avevamo chiesto un palcoscenico al chiuso e per fortuna ci hanno accontentato” commenta un’emozionatissima Emanuela. “È stata la volontà di promuovere lo spettacolo, a spingerci a proporlo alla GMG, ma non pensavamo mai di potercela fare. In appena due giorni bisognava presentare una richiesta sollecitata dal Vescovo. Per fortuna il nostro Vescovo è stato subito molto disponibile caldeggiando fortemente la nostra iniziativa”.
Oltre allo spettacolo teatrale, indosserà i colori carioca un altro importante progetto artistico della Comunità fondata da don Oreste: la musica etnica degli Asa Branca (da ”ala bianca”). Per Davide Bianchini, Daniele Torri e gli altri musicisti, l’evento di Rio sarà un felice “ritorno”: il gruppo prende il nome, infatti, da un colombo viaggiatore comune negli spazi aperti a Nord Est del Brasile. A questo uccello si ispira una canzone molto popolare di Luiz Gonzaga, che narra l’emigrazione verso il Sud dei lavoratori che fuggivano la siccità e la povertà delle terre del Nord. A Rio gli Asa Branca si esibiranno il 24 luglio con un concerto che, come da tradizione, sarà prima di tutto una festa multicolore, con musica e danze provenienti da diverse parti del mondo, in particolare dal sud povero e dimenticato, dove l’APG23 è attiva con le sue missioni e dove la musica è un veicolo sociale importante per la protesta di popoli soggiogati e sofferenti, come quello Rom, Ebreo o Palestinese.
Il sogno dunque sta diventando realtà, sebbene gli ostacoli prima della partenza non manchino. “Per questi nostri due gruppi di lavoro – commentano gli artisti coinvolti – è davvero una bella opportunità. Sentiamo forte il compito di essere là a nome di tutta la nostra Comunità. Ci auguriamo che i contenuti fondanti del nostro cammino vocazionale – la forza della condivisione, l’amore a Dio e all’uomo che don Oreste per primo ci ha insegnato – possano raggiungere il cuore dei tanti giovani che assisteranno ai due eventi”.
Superato il primo scoglio, la conferma di aver passato la selezione sia per lo spettacolo teatrale che per la performance musicale (avvenuta solo in aprile), il gruppo si è dovuto porre più interrogativi. “Prima di confermare la nostra iscrizione – racconta Emanuela – avevamo bisogno di sapere quanto poteva essere coperto dall’organizzazione e quanto invece rimaneva a carico nostro. Tramite la CEI siamo riusciti ad avere vitto e alloggio gratuito, in più ci mettono a disposizione diverse attrezzature, un aspetto che per noi era fondamentale per decidere se partire o meno”.
La macchina organizzativa, è partita. Si tratta di un impegno assai consistente, anche in termini economici (solo il costo del biglietto aereo è di 1.250 euro a persona) essendo le spese coperte dalla GMG solo parzialmente. “Ringraziamo fin da ora chiunque voglia contribuire nella raccolta fondi a favore dell’iniziativa” conclude Emanuela.
Alessandra Leardini