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“We shall never surrender”: non ci arrenderemo mai. Risuona nelle sale cinematografiche il celebre discorso di Winston Churchill, pronunciato per spingere il Regno Unito alla difesa dalla minaccia nazista incombente. Joe Wright, già regista di Orgoglio e pregiudizio ed Espiazione, ritorna, dopo Christopher Nolan (entrambi nativi di Londra) e il suo Dunkirk, a quel febbrile maggio 1940, quando Churchill fu proclamato primo ministro al posto del dimissionario Chamberlain, e affrontò tutte le spinose questioni legate al conflitto. Osteggiato dagli avversari politici, in primis Halifax, sostenitore di un’azione diplomatica con l’intermediazione italiana, il celebre politico con bombetta sulla testa e sigaro tra i denti (senza dimenticare il famoso segno della “V”, oggetto di un simpatico equivoco nel film) comprende l’importanza della resistenza per un popolo che non intende lasciare nessuno spazio di azione al dittatore tedesco.
Con un Gary Oldman strepitoso e camaleontico, capace di non far notare in brevissimo tempo trucchi e protesi, più Kristine Scott Thomas nel ruolo della moglie e Lily James come zelante e giovane segretaria, ecco un coinvolgente film che guarda alla Storia (con le sue idealizzate varianti narrative, come la scena nella metropolitana, non documentata ma verosimile, vista la vicinanza del bunker di Churchill alla fermata di Westminster) ma principalmente al carattere di un uomo impegnato a combattere le sue battaglie politiche ogni giorno, spaventato nel prendere decisioni che possano nuocere al Paese. Ma è l’esigenza di indipendenza e libertà del popolo che spinge Churchill alla decisiva scelta di non cedere davanti alla minaccia nazista, preparando il Regno Unito a un lustro difficile e coraggioso.
Il Cinecittà di Paolo Pagliarani