Dal 7 marzo non sarà più possibile ricevere la pensione in mano. È una delle novità introdotte dal Governo tecnico guidato da Mario Monti nell’ambito della manovra Salva-Italia approvata il 22 dicembre scorso. Obiettivo: migliorare e favorire la tracciabilità del denaro. Una norma che non interesserà tutti i pensionati ma solo chi riceve una pensione mensile superiore ai mille euro. In provincia sono 15.320 anche se solo in 2.000 saranno coinvolti nel cambiamento. I rimanenti 13.000 abbondanti, infatti, avevano già pensato ad una soluzione alternativa alla pensione “liquida”. Entro febbraio l’esercito dei 2000 dovrà decidere che cosa fare del tesoretto mensile e averlo comunicato all’Inps.
Ci sono tre modi per dare comunicazione all’Inpssul modo in cui si vorrà ricevere il denaro: attraverso il sito www.inps.it per tutti coloro che sono già iscritti al sito e usufruiscono del servizio on line, possessori di un codice di accesso personale; portare la richiesta a mano, in un ufficio Inps del territorio; fare domanda attraverso uffici postali o bancari. Si possono, comunque, ricevere informazioni telefonicamente. Sono stati, infatti, attivati due numeri verdi: uno attivo dal lunedì al venerdì (803.164) l’altro attivo il sabato (800.1400).
Si potrà fare accreditare la pensione su conto corrente bancario o postale; su libretto postale; su carta ricaricabile.
Il libretto di risparmio postale è già noto a molti pensionati. In pochi sanno, però, che ad esso può essere associato, su richiesta, una carta tipo bancomat a costo zero. Anche se Poste Italiane ha pensato anche ad un altro strumento: la Inps card che ti permette di ricevere sulla carta i contributi Inps (pensione ed altro) senza recarsi agli sportelli. Essendo una carta Postamat dovrebbe essere associata (non è ben specificato nel sito di Poste Italiane) ad un conto Bancoposta che ha un costo annuale di 30,99 euro più un euro al mese se si vuole ricevere l’estratto conto tutti i mesi. Costo che può essere abbattuto se il riepilogo delle operazioni si fa pervenire trimestralmente. Tutti i prelievi nei Postamat (bancomat postali) sono gratuiti mentre se si preleva ad un bancomat bancario si potrebbero pagare commissioni che oscillano da 1,75 a 2,50 euro ad operazione.
Ci sono poi le soluzioni in banca. Molti gli istituti che in questo periodo stanno promuovendo delle soluzioni vantaggiose, facendo dei pensionati degli utenti “privilegiati” ai quali propongono dei costi calmierati rispetto ai normali clienti. Bisogna dire, però, che i dati di Bankitalia parlano di un costo medio di tenuta conto di 110 euro l’anno. Diffuse sono le Carte conto: si tratta di carte ricaricabili dotate di Iban (per cui vi è possibile accreditarvi stipendi e pensioni) che hanno costi molto bassi, sull’ordine dell’euro mensile ma non danno nessun interesse sul denaro depositato. Si comportano come dei conti on-line – ossia c’è la carta per il prelievo del denaro ma non il conto corrente – quindi non è detto che siano vicine alle esigenze e alle abitudini dei pensionati. In ogni caso si possono chiedere delle informazioni attraverso un numero verde messo a disposizione dall’Abi (associazione banche italiane), 800.002.266. A questo numero si possono chiedere delucidazioni sui conti correnti presenti sul mercato e tutti gli altri strumenti bancari. La preoccupazione, qualsiasi forma di pagamento si scelga, è che alcuni pensionati non avvezzi a questi nuovi sistemi possano fare errori oppure lanciarsi in operazioni che si traducono in costi aggiuntivi. In ogni caso, bisogna stare attenti, infatti, ai prelievi e ai pagamenti.
In ultima istanza, si potrebbe far pervenire la pensione sul conto corrente di un figlio. In questo caso, però, il conto dovrebbe essere cointestato genitore/figlio.
Angela De Rubeis