La cronaca ha portato all’attenzione di Rimini la vicenda della chiusura del Publiphono, servizio estivo sul litorale nato nel 1946 per iniziativa di Renato De Donato. L’anno prima a Rimini era iniziato un servizio di informazione attraverso altoparlanti. Riprendo quanto pubblicato su ilPonte il 7 maggio 1989, in un articolo dedicato ad Alberto Marvelli e intitolato “1946. A rimorchio della santità”. Ecco la parte del testo che ci interessa.
“Dai ruderi di palazzo Gioia, all’angolo di piazza Cavour, le notizie del giorno scendevano sul centro attraverso gli altoparlanti di Voci della città. Le commentavano Glauco Cosmi e Sergio Zavoli. Cosmi erediterà il mestiere del tipografo, ma farà anche il politico e l’operatore culturale specializzato in musica. Zavoli era a quel debutto radiofonico a cui seguiranno glorie giornalistiche come inviato sportivo, cronista delle coscienze e della storia.
L’esperienza di ‘Voci della città’ comincia dopo la Liberazione. Informazioni e pubblicità si mescolano, qualche volta si fa sentire anche Gino Pagliarani, che aveva contribuito alla decisione di ‘ fondare l’unico giornale che potesse entrare nelle case e starci un tempo ragionevole per lasciarci qualcosa’, nel difficile momento di quei giorni in cui ‘ la città era priva di notizie anche e soprattutto di se stessa’, come Sergio Zavoli ricorda in ‘Romanza’.
Nel ricostruire quell’esperienza, Zavoli non riesce a celare una punta d’orgoglio per la sua invenzione giornalistica: ‘ Credo non sia mai esistito un quotidiano che abbia raggiunto la gente attraverso le finestre’. Trasmetteva due volte al giorno, alle 13 e alle 19, la sigla era un valzer che Glauco Cosmi, l’esperto musicale del trio, aveva scelto con cura”.
Ho conosciuto da bambino negli anni Cinquanta Renato De Donato, l’inventore del “Publiphono” con Cosmi e Zavoli. Era una persona molto attenta al suo lavoro e consapevole della funzione sociale che esso poteva avere in una spiaggia che stava rinascendo in mezzo a tanti problemi.
Occorreva attirare nuovi clienti, e allora si andava dal concorso di Miss Italia al Giro d’Italia. Nel 1950 arriva anche Miss Europa.
Nel 1954, ai campionati sportivi universitari, i collegamenti radio avvengono grazie ai militari dell’Esercito dotati di maestose attrezzature. L’arrivo del giro d’Italia a Rimini negli anni Cinquanta portava la nostra città agli onori delle cronache nazionali. La prima ripresa televisiva da Rimini è del 1959. La Rai alzò sopra lo Stadio un ponte-radio che si collegava alla rete nazionale, inviando il segnale a Bertinoro.
Il progetto del Publiphono fu sempre appoggiato dall’Azienda di Soggiorno in quanto rispecchiava le stesse speranze: il rifiorire del turismo doveva far rinascere la città ed il suo territorio circostante. Erano gli anni in cui le famiglie che abitavano vicino al mare affittavano nei mesi estivi i loro piccoli appartamenti e si ritiravano a dormire nei garage, dove preparavano anche il cibo necessario alla sopravvivenza.
Al passaggio delle tappe del Giro, la gente scendeva nelle strade, per una festa popolare fatta di emozioni semplici e di felicità spicciola. La carovana pubblicitaria accontentava la folla con il lancio di una lametta o di un berrettino di carta. Il direttore di gara Vincenzo Torriani nella nostra città ha portato tante volte i ‘suoi’ corridori. Il gruppo in un attimo chiudeva l’esibizione spettacolare, lasciandoci nell’atroce amarezza di non aver identificato neppure la maglia rosa. Ma la gente era felice lo stesso. I corridori li aveva ‘visti’ passare.
Una delle voci più popolari della radio di quegli anni, era quella di Sergio Zavoli. Le cronache dal Giro erano trasmesse soltanto alla radio. Davanti alla bottega di Athos Bianchini, costruttore e riparatore di apparecchi riceventi, nel palazzo Garattoni, un altoparlante radunava ogni pomeriggio una piccola folla di tifosi delle due ruote, che immaginavano salite, discese, volate e bagarre attraverso le parole di Mario Ferretti.
Antonio Montanari