Ordo Virginum a Rimini. Dopo la presentazione di Gennj e Marina ecco quelle di Patrizia (anche lei consacrata), Marina e Alessandra (entrambe in cammino). Una riflessione del Vescovo
Vescovo Francesco, Lei ha lavorato alla stesura del documento sull’Ordo Virginum. Quale è lo spirito di fondo che ha animato la Chiesa nel proporre questa forma di vita che ha origini antiche?
“A me sembra che lo spirito di fondo sia quello di riproporre nella Chiesa di oggi, questa forma di vita che già dal tempo degli Apostoli era presente, a testimonianza della fecondità spirituale della Chiesa stessa. Rappresenta tra il Popolo di Dio, una scelta di vita che in sé sintetizza i tre tratti specifici della vergine consacrata nel mondo: verginità (immagine della Chiesa-sposa), diocesanità (il legame con la Chiesa particolare), secolarità (vita nel mondo, ma non del mondo). Una vita originale: non suore, quindi non appartenenti ad una Congregazione religiosa, né membri di un Istituto secolare, ma donne che vivono una forma stabile di vita e di natura individuale, come quella degli eremiti, ma senza ritirarsi, bensì stando dentro la quotidianità del Popolo di Dio, come pizzico di lievito.
La presenza di consacrate OV nella nostra diocesi, quale contributo originale può portare alla nostra Chiesa diocesana? Che aiuto concreto porta una consacrata OV nella comunità parrocchiale in cui è inserita?
“La nostra Chiesa diocesana esprime una ricchezza di carismi, che dice la creatività dello Spirito. La presenza dell’Ordo virginum offre alla comunità diocesana la testimonianza del valore della verginità. È l’essere, che è fondamentale, prima del fare. La realizzazione della femminilità della consacrata, viene dall’essere un tutt’una con Cristo Sposo; quindi il valore aggiunto è proprio quello di essere vergini consacrate sul modello della Chiesa, sposa, vergine, madre, figlia della Chiesa stessa, e sorella che porta nel cuore ogni persona. Nel dono totale di sé a Cristo, unita a Lui in modo intimo e indissolubile, la consacrata OV manifesta la relazione sponsale con Cristo risorto. Nel sentirsi figlia, vive la gratitudine nello sperimentare la maternità della Chiesa che con il battesimo l’ha generata a vita nuova; nell’essere sorella esprime l’impegno della condivisione con il quale si colloca nel contesto ecclesiale e sociale, dove si fa artigiana di comunione; si avverte donna feconda, madre, perché chiamata a generare la vita divina nel cuore dei fratelli. Questi tratti delineano l’essere della vergine consacrata che si pone al servizio della Chiesa diocesana, nel contesto della comunità parrocchiale a cui appartiene, secondo le necessità che emergono e il personale carisma. Voglio affermare, però, che al di là di un servizio concreto, in una comunità parrocchiale, la differenza la fa il suo esserci, la testimonianza della sua vita. Certamente avrà principalmente a cuore la parte prediletta della Chiesa: gli ultimi, i piccoli, i poveri. Auguro di cuore alle consacrate nell’Ordo virginumdella diocesi, di essere il ‘sale’ che dà sapore alla vita della nostra Chiesa e che ne manifestino sempre il volto materno e misericordioso”.
Se ti prende l’Amore, che fai?
Mi chiamo Patrizia Sensoli, ho 57 anni e ho svolto per molti anni l’attività di albergatrice insieme alla mia famiglia. Poi ho incontrato Colui che avrebbe letteralmente cambiato il corso della mia vita, Gesù. Credo che le dinamiche che si nascondono dentro una vocazione siano un po’ le stesse di un innamoramento. Perché ci si innamora proprio di quella persona? Quando accade?
L’amore è sempre un mistero…
è qualcosa che accade senza che tu quasi te ne possa accorgere… e quando accade lo riconosci perché ti si rivela con i tratti di una gioia incontenibile che non ti sai spiegare, tocca le tue emozioni più profonde e ti scopri dentro un vero abbraccio d’amore che vuole tutto di te. È come essere “a casa”. Direi che questo è il punto di partenza… l’Ordo Virginum è il modo in cui poi il Signore mi ha fatto comprendere in maniera sempre più chiara come potevo declinare nella mia vita la risposta al Suo amore.
Di quello che è la mia vita oggi nulla era previsto e prevedibile per me… e ha fatto tutto il Signore…non riesco ad immaginare oggi la mia vita diversa da quella che sto vivendo…
La diocesanità, che è un tratto proprio di questa vocazione, la vivo nella quotidianità del servizio nella comunità Alba Mater di Riccione, in particolare presso la Chiesa di Gesù Redentore, e collaborando con il progetto Pregaudio legato al Punto Giovane.
Sono queste le due realtà che riempiono la mia vita nelle dimensioni della preghiera, del servizio e del lavoro.
Credo che anche in questo tempo ferito e in affanno possiamo imparare ad avere uno sguardo nuovo sugli altri e sulle cose. La mascherina che in questo tempo di pandemia siamo costretti ad indossare pur coprendo buona parte del viso lascia scoperti gli occhi, la parte più inconfondibile del volto di una persona.
Ripartiamo allora da lì, dagli occhi dell’altro, incontriamo il fratello a partire dallo sguardo.
Uno sguardo tocca le profondità del cuore e a partire da uno sguardo nuovo sugli altri possiamo costruire legami e relazioni nuove abitate da fiducia e speranza.
Patrizia Sensoli
Io, donna, chiamata da Dio
Sono Marisa, ho 52 anni, sono di origine pugliese, Maglie per la precisione.
All’età di 19 anni mi sono trasferita a Santarcangelo ed ho conseguito il diploma di infermiera. A tutt’oggi svolgo la mia professione presso l’ufficio DRG dell’ospedale di Santarcangelo e Novafeltria.
Un viaggio a Medjugorie e il cammino di Santiago hanno cambiato la mia vita, senza stravolgimenti improvvisi ed eclatanti, ma lentamente con un cammino fatto di piccoli passi avanti, di brevi pause per riprendere fiato, senza mai la tentazione o il pensiero di tornare indietro, fino ad incontrare casualmente Patrizia durante la candidatura nell’Ordine delle vergini.
Credo che quando Gesù ci viene incontro e noi apriamo cuore e mente con un fiducioso ’sì’ niente è più come prima.
Amare Gesù con cuore di sposa, l’unione indissolubile con lo Sposo vivere il quotidiano nella mia casa, lavorare per sostenermi, pregare, offrire il mio contributo attraverso un sorriso, un abbraccio, l’ascolto a coloro che mi si avvicinano per bisogno o per curiosità.
Questo è quello che sono io, una donna chiamata da Dio, in costante cammino, verso il mio indissolubile sì.
Marisa Calsolaro
La Sua forza nella debolezza
Sono Alessandra, abito Riccione e lavoro come amministrativa all’ospedale di Rimini. Ho sentito parlare dell’Ordo Virginum frequentando l’Istituto di Scienze Religiose “Alberto Marvelli”, dove studio. Mi ha tanto incuriosita che ho voluto conoscere questa realtà.
E così, piena di gioia, ho iniziato questo cammino.
L’incontro con il Signore nella mia vita avviene attraverso la sua Parola. Proprio l’ascolto e la meditazione della Parola, la liturgia delle ore e la partecipazione all’Eucarestia alimentano il rapporto con il Signore e soprattutto mi aiutano ad accogliere il suo amore che mi spinge a donarmi a lui, che mi ama nonostante i miei limiti e le mie fragilità. Anzi è proprio questa mia parte debole che posso mettere al servizio degli altri e mostrare così come Dio ci ama nonostante le nostre imperfezioni.
Alessandra Innocentini