E’vero. Anche quando si andava a scuola l’urgenza dello studio si avvertiva solo se l’interrogazione o l’esame era imminente. Finché non si arriva alla stretta non c’è fretta di un impegno diverso. Così è nella vita, anche della Chiesa. Mezzo secolo fa il Concilio operava una vera e propria rivoluzione. Riscoprendo la fede degli antichi padri tornava a parlare di Chiesa locale, di Popolo di Dio, di ministeri, di responsabilità dei laici. Ma ad una teologia che galoppava non ha corrisposto la stessa velocità nella prassi ecclesiale. Nelle comunità i ruoli e le responsabilità non sempre sono stati condivisi (per difficoltà e resistenze) e la figura del sacerdote ha continuato ad essere centrale, anzi spesso appesantita da nuovi ruoli ed esigenze. Oggi, anche attraverso la crisi delle vocazioni, lo Spirito spinge la comunità ad una profonda riforma.
Se n’è parlato e discusso con grande libertà all’ultima Tre Giorni del Presbiterio riminese. È stato presentato il lavoro della Commissione per la Pastorale integrata durato un anno e il Vescovo ha confermato il cammino.
Ora la Chiesa riminese con la scelta della Pastorale integrata e di conseguenza delle Zone Pastorali si pone in una prospettiva di vero rinnovamento. Sarà graduale, occorrerà del tempo. Non si vuole infatti spaventare le comunità, quanto piuttosto coinvolgerle… Più volte è stato ribadito che non c’è alcun intento di cancellare le identità parrocchiali, con tanti secoli di storia, ma di valorizzarle e porle in una prospettiva dinamica di missione e di testimonianza nel mondo di oggi.
Una Chiesa dunque che conferma il suo desiderio di essere “prossima” alla vita della gente, grande eredità della comunità ecclesiale italiana, arricchita dalla vita delle parrocchie (e parrocchia dal greco significa appunto “vicino alla casa”).
Pochi preti per grandi territori significa però anche un importante cammino per le comunità nell’individuazione e valorizzazione di antichi e nuovi ministeri e servizi, a cominciare da quello diaconale. L’educazione, la formazione, la carità, la cultura, la comunicazione… mille sono gli ambiti in cui il laicato è chiamato a nuovi ruoli.
Un cammino di conversione che coinvolgerà tutte le comunità chiamate a superare vecchie logiche. I campanili esisteranno ancora, ma solo per chiamare a raccolta comunità vive e protagoniste di una storia di fede.
Giovanni Tonelli