“Stamattina alle 8.30 persone in uniforme hanno fatto irruzione nel compound dove vivono le missionarie della Carità e hanno ucciso il guardiano e tutti gli impiegati che si sono frapposti sul loro cammino. Poi hanno raggiunto le suore e hanno aperto il fuoco, quattro sono morte e una di loro è riuscita a nascondersi e si è salvata”. La cronaca è dell’agenziaAsianews di venerdì 4 marzo. Il fatto è accaduto nel convento delle Suore Missionarie della Carità (quelle di madre Teresa di Calcutta) ad Aden, città nel sud dello Yemen. “Noi sapevamo che la situazione era difficile – ha detto mons. Paul Hinder, vicario apostolico dell’Arabia meridionale – e che le suore [già in passato oggetto di attacchi mirati] correvano un certo rischio”. Tuttavia, aggiunge, “avevano deciso di rimanere qualsiasi cosa capitasse, perché questo fa parte della loro spiritualità”.
Un fatto gravissimo, completamente ignorato dai media nazionali e internazionali, come denunciato da Marco Tarquinio, direttore di Avvenire, in un suo commento di martedì 8 marzo, commento che condividiamo pienamente e facciamo nostro.
“Non solo «niente copertine» di giornali, come dice papa Francesco con una tristezza inascoltata come forse mai prima. Ma neanche una breve in cronaca. Questo vale per il sistema dei media e per i potenti del mondo la strage di Aden: il massacro di quattro suore dell’ordine di Teresa di Calcutta, sorelle di tutti, e dei loro collaboratori musulmani. Le hanno odiate a morte perché spose di Cristo e testimoni della civiltà dell’amore dentro una guerra che proprio mai è stata ”civile” in Yemen, periferia d’Arabia, epicentro dello scontro tra sunniti e sciiti reso più letale da compiacenze internazionali e mercanti d’armi d’Occidente e d’Oriente. Quando ci sono martiri veri, troppi non vedono, non spiegano e non denunciano. L’odio e l’ingiustizia continuano a circolare e a crescere. E i cristiani, e con loro uomini e donne di buona volontà di ogni fede, continuano a essere crocifissi. Oggi, 8 marzo, noi diciamo sopra a tutti i nomi di Annselna, Judith, Margarita e Reginette. Serve cristiane dei più poveri e dei senza potere. Donne di Dio: buone, libere, coraggiose. Neanche degne di una breve in cronaca. L’indifferenza uccide, e riuccide”.
Davvero l’indifferenza uccide come e più dei kalashnikov dei terroristi. La colpa di queste suore era di non essere occidentali: due erano ruandesi, le altre una indiana e keniota… Ma è anche vero che noi ora le piangiamo perché erano cristiane, indifese e innocenti. Come lo sono tante e tanti, di ogni fede, che ogni giorno questa “guerra mondiale” si porta via fra l’indifferenza di tutti, basta che se ne stia lontana.
Marco Tarquinio e Giovanni Tonelli