Un passato troppo vicino, tanto da essere ancora impresso nella memoria collettiva di ‘ultima generazione’. Un passato per certi aspetti ‘pesante’, che intreccia le vicende della Riccione balneare con la vita dello statista più amato e più odiato della storia italiana: Benito Mussolini. Sì perchè il duce a Riccione amava passare le sue vacanze estive, portando con sé la sua famiglia.
Villa Mussolini è il segno tangibile di quest’intreccio. La roccaforte della famiglia, luogo che per lungo tempo è stato lasciato in un angolo, guardato a vista dai cittadini, consumato dal tempo. Poi nel 1997 si è deciso di fare qualcosa. Così la Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini acquistò l’immobile e l’Amministrazione si curò di finanziare i lavori di ristrutturazione. Siamo al 2005, quando la Villa, portata a nuovo, venne aperta al pubblico, riconsegnata ai cittadini, ai turisti e alla Storia. In quell’occasione si accese una lampadina nella testa di una cronista, riccionese d’adozione e amante dell’arte, “Perchè non raccontare la storia di questo luogo”, storia non intesa come cronologia di eventi, quanto piuttosto come racconti di vita, di aneddoti, di fatti, di persone. Quella cronista era Nives Concolino che oggi a tre anni di distanza dall’accensione di quella lampadina, è una delle autrici insieme a Marina Giannini, di “Villa Mussolini, una finestra su Riccione”, libro edito da Guaraldi, che raccoglie testi (anche inediti), documenti e un bellissimo repertorio di fotografie di quella Riccione. Una Perla che fece da sfondo alle vacanze del Duce e che si intreccia con la storia di un turismo balneare agli albori.
Ma facciamo un passo indietro; perchè si è dovuto attendere sino al 1997 per decidere cosa fare di questo luogo? Nel libro, è Luciano Chicchi, ex Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio a dare una risposta:“Non esistono beni culturali, paesaggistici, architettonici, ambientali, in sé portatori di valori negativi. Ma lo è semmai, l’uso scorretto o ideologicamente fazioso che se ne può fare. Forti di questa serena convinzione che tutte le testimonianze storiche delle vicende attraversate dalla nostra collettività vanno difese e tutelate, senza censure e senza reticenze, abbiamo deciso dieci anni fa, nel 1197, l’acquisto della Villa Mussolini di Riccione”.
Nessuna censura, quindi. Nessuna ideologia. Nessun attaccamento nostalgico al passato. Solamente la consapevolezza del valore artistico del luogo e delle sue destinazioni future. Sarà l’Assessore alla Cultura Francesco Cavalli a spiegare che la villa sarà teatro di eventi culturali che interesseranno l’intera collettività.
Ma torniamo al volume. Le due autrici hanno portato punti di vista diversi. La Concolino, ha basato il suo lavoro su fonti bibliografico-documentali. Con l’occhio del cronista, ha sì tracciato un escursus della storia della villa, affiancandogli, però, la storia della Riccione del turismo, delle mode, delle tendenze e del gossip. La Giannini, invece ha basato la sua ricostruzione sulla ricerca di delibere e alcune testimonianze verbali, nascoste nei ricordi di anziani del posto. Ne risulta un volume ben curato, corredato di immagini molto belle e identificative di un percorso che ha portato Riccione ad essere quella che oggi appare agli occhi di tutti. Da Mussolini e i suoi ospiti alla guerra, al ritorno del divertimento notturno della discoteca Bonny e Clide nel giardino della villa, sino alle grandi strutture ricettive del turismo e ad una nuova villa Mussolini.
Angela De Rubeis