Multe, paghi il danno resta la beffa

    Un bel giorno di fine marzo Elisa nota sul cruscotto della macchina parcheggiata sotto casa, a San Giuliano mare, uno di quei fogli verdi che nessun automobilista vorrebbe mai trovarsi sotto gli occhi: una multa di 40 euro (39 e 50 centesimi per l’esattezza) per divieto di sosta. La giovane donna sbotta ma decide di andare a pagarla subito, onde evitare guai. Neanche due giorni dopo la notifica, si reca in posta e tramite il bollettino allegato al verbale versa la cifra richiesta.
    Passano alcuni giorni e anche Giuseppe, il marito, scopre di essere stato multato. Stessa strada, stessa infrazione, stessa cifra da sborsare. Anche lui sceglie l’immediato pagamento tramite bollettino postale.
    Passano tre mesi, siamo ai primi di luglio, ed entrambi ricevono nella buchetta della posta due lettere, a pochi giorni di distanza l’uno dall’altra. Identico il messaggio così come il mittente. Recita più o meno così: “La sua multa per divieto di sosta non risulta pagata”. Oltre al danno la beffa. Due beffe. Firmato Polizia Municipale.
    “Mi veniva chiesta una maggiorazione di dieci euro nonostante io, quella multa, l’avessi pagata regolarmente, e subito”. Elisa non se ne fa una ragione e si reca all’ufficio contravvenzioni di Rimini vicino alla stazione, con tanto di ricevuta di pagamento. “Ci saranno state in fila cinquanta persone – commenta – avevo subito immaginato che c’era qualcosa di strano…”. Infatti, mentre attende il suo turno la malcapitata ha modo di confrontarsi con i “compagni di multa”: “Ho scoperto che molti erano lì per il mio stesso motivo: multe pagate che però non risultavano tali”. E intanto fanno ingresso altri automobilisti irritati. Tutti con la stessa lettera, tutti con la stessa ricevuta di pagamento…
    Arrivata allo sportello, Elisa scopre “l’inghippo”: “Mi è stato detto che nonostante avessi specificato nella causale del pagamento che si trattava di una multa per divieto di sosta, avevo sbagliato perché non avevo trascritto sul bollettino il codice del verbale compilato dal vigile… Non avevo mai ricevuto multe prima e non sapevo che andasse fatto”.
    A quanto pare, però, molti altri multati come lei erano ignari di questo dovere, peraltro non segnalato come precisa la nostra interlocutrice: “Mio marito ha parlato con un avvocato il quale gli ha confermato che abbiamo ragione. Io ho preferito pagare quei 10 euro per farla finita, Giuseppe invece ha deciso di rivolgersi al giudice di pace. Sai che trafila…”.

    Problema al database
    Proviamo ad immaginare la mole di lavoro che potrebbero trovarsi sulla scrivania il giudice di pace o il difensore civico. Oltre cinquanta persone in una mattina al Comando, per lo stesso problema, possono voler dire centinaia di persone nel giro di qualche giorno…
    Elisa, pur avendo rinunciato a far valere i propri diritti, ha chiesto ulteriori chiarimenti ad un vigile conoscente. “Pare che il problema – spiega – sia nato perché non è più la Maggioli a fatturare le multe per il Comune di Rimini e che ora al comando non riescano più col computer a risalire alla multa senza quel codice…”.
    Proviamo a cercare le ragioni più precise di questo “inghippo”. Dalla Maggioli confermano di non gestire più le multe per il Comune di Rimini, già da gennaio. Ma a detta del comandante della Polizia municipale di Rimini, Vasco Talenti, non è questo il problema. “Nella mole di lavoro è capitato che alcune sanzioni non siano state caricate nel database per cui non risultava il pagamento. Ci siamo fermati un attimo per aggiornare l’archivio che ora è a posto”. D’accordo, ma se un problema c’è stato, perché il cittadino deve pagare 10 euro in più? “Si tratta di spese di notifica che spettano al cittadino quando dal contesto del pagamento non risulta il tipo di infrazione”. Detta altrimenti, quando il cittadino impreciso, questa la versione del comandante, ostacola l’ufficio contravvenzioni nella mole di lavoro di tutti i giorni (“più di 100mila atti l’anno”, specifica Talenti) è giusto che paghi le spese di notifica: “Il codice del bollettino va trascritto, anche se è stata specificata la causale del versamento. È prassi comune” chiosa il comandante.

    La versione dei giudici di pace
    Ma la prassi è veramente obbligatoria? “L’obbligo se lo inventa il Comune a carico del cittadino” replica la coordinatrice dei giudici di pace, Luigina Varisco. “Anche se non viene trascritto il codice del verbale il Comune può benissimo adibire i suoi impiegati alla ricerca del tipo di sanzione a partire dalla cifra versata dal cittadino e dalla causale del versamento”. La dottoressa, sollecitata dalle nostre osservazioni, ha anche chiesto al Comune di Rimini conferme circa un eventuale caos creato dal passaggio della gestione delle notifiche dalla Maggioli a un’altra ditta. “È successo che molte multe che erano state pagate sul conto aperto dalla Maggioli (quindi prima di gennaio 2009) il Comune non se le è viste accreditare quando l’esternalizzazione del servizio è passata ad altra società”. Sarà, ma è possibile che debba sempre pagare il cittadino, per lo più già multato?

    Alessandra Leardini