Un fantasma si aggira per Morciano: il referendum. Invocato a ogni piè sospinto – da ormai un paio d’anni – dai comitati cittadini, orfani di un Regolamento che ne consenta l’effettiva attuazione, non è ancora emerso dalle meline della politica locale che, nei fatti, non sembra considerare la questione una priorità. Sul piatto c’è la riqualificazione del comparto Ghigi: la demolizione dell’ex pastificio è già iniziata, tra non molto si conoscerà il verdetto sulle osservazioni alla proposta della proprietà, dalle quali nascerà la versione definitiva del progetto a cui l’Amministrazione Comunale non intende rinunciare – tantomeno rischiare un referendum a due passi dalla conclusione di un iter lungo e complesso – in quanto considerato strategico per il futuro di Morciano Capitale. Ma il declamato impegno dei comitati verso il democratico strumento di consultazione popolare non è riuscito, fino a questo momento, a far breccia nemmeno nelle opposizioni, tenuto conto che sul referendum non risulta aperta nessuna autentica battaglia in Consiglio Comunale. Parlamentino morcianese che, solo all’inizio di quest’anno, ha preso atto che forse era il caso di rendere più accessibile la partecipazione ai referendum partendo dalla modifica dello Statuto Comunale per poi redigere l’agognato Regolamento. Decisione demandata alla Conferenza dei Capigruppo di cui, a distanza di oltre quattro mesi dall’incarico, si sono perse le tracce…
Gabriele Pizzi