A poca distanza da Mondaino, ancora più vicino al confine pesarese, si trova l’antico borgo di Montegridolfo. Nato su uno sperone cespuglioso, storicamente è stato un caposaldo conteso da Malatesta, Montefeltro, Borgia, Veneziani e Chiesa. Per popolazione è il terzo comune della provincia, dopo Casteldelci e Maiolo, in Valmarecchia, ma unico in Valconca, che non arriva a mille abitanti: si ferma a 995 (erano 1.038 nel 2016). Curiosamente all’incirca lo stesso numero di abitanti che aveva nel 1500. Nel tempi lunghi, più che spopolamento si può parlare di popolazione resiliente (resistente). Un piccolo comune, come ce ne sono tanti in Italia, la cui Amministrazione deve svolgere le sue funzioni con una dotazione di 4 dipendenti: 3 negli uffici più un operaio per i lavori esterni. Numero che concede pochi margini di manovra, tanto a livello burocratico, pensiamo alla partecipazione ai complicati bandi PNRR, come per interventi di maggiore portata. “Succede anche per responsabilità – ci dice Lorenzo Grilli, giovane sindaco al secondo mandato, che scade il prossimo giugno, ma nei piccoli comuni ci si può candidare anche per un terzo – del silenzio e la passività con cui le passate Amministrazioni comunali (tutte) hanno accolto il taglio del personale e la conseguente riduzione della relativa dotazione finanziaria (la vera finalità)”. Tagli che hanno portato alla situazione per cui oggi è quasi impossibile, per l’onere che comporta, assumere qualcuno. Con un referendum, dell’ottobre del 2016, si è tentato di unire in un unico Comune Saludecio, Mondaino e Montegridolfo, ma gli elettori del primo, il più grande, hanno respinto l’idea, che invece è passata a larga maggioranza negli altri due. Quindi non se ne è fatto niente. Insieme avrebbero superato i cinque mila abitanti. Una dimensione che dovrebbe essere minima per un comune. Un esito che sembrerebbe poco logico, considerando i tanti limiti dei piccoli comuni, ma che Lorenzo Grilli spiega con “la paura degli elettori, alimentata dai sostenitori del no, di perdere, in un aggregato più grande, peso e rappresentatività. E siccome già si sentono periferia della provincia, hanno avuto il timore di scivolare, unendosi, in una posizione ancora più marginale. Perdendo, però, anche buone risorse che la Regione avrebbe messo a loro disposizione (come, oggi, sta godendo il nuovo comune nato dall’unione tra Montescudo e Montecolombo)”. Preso atto che Montegridolfo è un piccolo comune, la popolazione non l’abbandona, e c’è pure qualche straniero che compra casa nel borgo per passarci le vacanze. Inoltre, bisogna dire, che i servizi essenziali reggono l’urto: la scuola d’infanzia da 8 bambini iscritti, il prossimo anno ne avrà 12 (erano 16 nel 2022) e quella elementare 30 suddivisi in due pluriclassi. Pluriclassi (cioè più classi nella stessa aula) che però a qualche genitore non piace, tanto da iscrivere i propri figli in quelle dei comuni vicini (per rassicurarli si può dire che le pluriclassi esistono anche all’International School di Rimini, privata e per famiglie facoltose). Per frequentare le scuole medie, invece, bisogna andare a Mondaino, oppure a Pian del Bruscolo, nella zona di Tavullia (Pesaro). Nessun problema per il medico di famiglia, incarico assunto da poco da una giovane dottoressa del posto. Per l’aspetto riguardante la salute valgono le stesse considerazione fatte per Mondaino. I residenti attualmente occupati sono più di quattrocento, a fronte di un paio di centinaia di pensionati. Le imprese attive nel comune sono un centinaio, di cui un quinto abbondante nel settore agricolo. Un dato che differenzia Montegridolfo dagli altri comuni è la presenza di 3 hotel di quattro stelle. Uno di questi è il Palazzo Viviani, in pieno borgo medievale, gestito dalla famiglia Ferretti (quella della moda) che si è specializzato nell’organizzazione di eventi matrimoniali, prevalentemente con clientela internazionale. Matrimoni ma anche turismo sportivo, mototurismo, escursionismo e altro. Con le altre sei strutture ricettive extra alberghiere, Montegridolfo, può contare su un totale di 161 posti letto. Perché il turismo, con il progetto ‘Terre del Conca’ dell’Unione Valconca, di cui Montegridolfo fa parte, è una della carte su cui l’intero territorio ha deciso di puntare. Finanziamenti del PNRR sono arrivati, come in tutti gli altri, per la digitalizzazione del Comune, ma anche per la messa in sicurezza delle strade comunali e la riqualificazione energetica degli edifici pubblici. Curioso: questi ultimi finanziamenti erano stati concessi prima dell’avvento del PNRR, all’interno del quale sono stati inseriti dopo. Ma non è l’unico caso: a Rimini è capitato per alcuni tratti del Parco del Mare. Quindi, in realtà non si tratta di soldi freschi, ma di una partita di giro. Finanziamenti del GAL, l’altro filone, ci sono stati per la sistemazione di una sala di conferenze del Comune e per il rifacimento delle facciate. “Ma i vantaggi del GAL – conclude il Sindaco – sono soprattutto per i privati”. Infine le dichiarazioni dei redditi: per molti sarà una sorpresa, ma i 715 contribuenti di Montegridolfo hanno dichiarato, nel 2022 (redditi 2021), una media di 19.803 euro, che è il più alto di tutta la provincia (perfino di Rimini che si ferma a 19.441 euro). Insomma, Montegridolfo è un borgo piccolo, ma con buone disponibilità economiche.