L’istituto Tecnico Commerciale Molari a Santarcangelo è nato alla fine degli anni ’70. Il primo anno scolastico infatti è stato il 1977/78 ed è nato come distaccamento dell’Istituto Tecnico Commerciale Roberto Valturio di Rimini, con una classe quarta e una quinta, tutti ragazzi di Santarcangelo. Poi con l’aumento delle classi la scuola ha assunto vita propria. Dal primo di settembre dello scorso anno l’Istituto Molari si è unito con l’Istituto Professionale Einaudi di Viserba, divenendo così I.S.I.S.S. Einaudi Molari. Le due scuole hanno conservato la loro identità originaria, accomunati da un unico dirigente, Maria Rosa Pasini, un unico segretario e apparato tecnico e amministrativo. Ma il corpo docente è differente così come le materie. Gli studenti sono 653, con 83 docenti e 28 classi. Gli indirizzi sono tre: AFM – Amministrazione Finanza e Marketing che verte principalmente su materie economiche e aziendali; SIA – Sistemi informatici aziendali che si concentra sul laboratorio di informatica; e RIM – Relazioni internazionali e marketing che ha tre lingue con uno sguardo ai mercati internazionali. Una scuola molto pulita, ordinata e calda. Accogliente, con un lieve brusio e qualche risata durante il cambio dell’ora, ma nulla di più. “Una persona che vive, lavora e studia in un ambiente sano è portata a relazionarsi meglio all’ambiente – dice la preside Maria Rosa Pasini, orgogliosa di questa accoglienza che caratterizza l’Istituto – ed è portato a rispettare quel luogo. Se l’ambiente invece è degradato allora il rispetto cala automaticamente e in maniera fisiologica”. Una scuola che unisce cuore e mente, che ha ottenuto il Certificato Europeo di qualità per il lavoro svolto durante il progetto “eTwinning”, un progetto di gemellaggio che mette in rete le scuole d’Europa grazie all’innovazione pedagogica, alla comunicazione e allo scambio culturale tra le diverse scuole partner. L’obiettivo è, infatti, insegnare e promuovere pratiche educative che hanno ottenuto ottimi risultati, condividendoli in rete con altre scuole collegate allo stesso progetto, italiane ed europee.“Ho un sogno per questa scuola – afferma la preside Pasini – vorrei recuperare le due classi che abbiamo perso. Ormai tutti indirizzano i ragazzi al liceo ma il fatto è che gli istituti tecnici hanno una grande attenzione per i ragazzi e per la persona nella sua totalità. Gli istituti tecnici non sono aridi, non sono asettici e hanno una grande umanità e attenzione verso i ragazzi”.
Le lingue e l’Europa
“Crediamo che il futuro sia più sovranazionale che nazionale. Guardiamo agli altri Stati europei e per questo abbiamo potenziato l’insegnamento delle lingue”, continua. Nelle classi prime e seconde si è potenziato l’insegnamento delle lingue di un’ora a settimana, aggiungendo la lingua russa nell’indirizzo RIM. Sono inoltre previste borse di studio Erasmus per svolgere il periodo di alternanza scuola-lavoro all’estero. Al momento sei ragazzi dell’Istituto sono fuori Italia: tre in Irlanda da 7 settimane, uno in Francia e due in Germania. Inoltre è prevista anche la possibilità di mobilità per i professori per svolgere un periodo di insegnamento all’estero.
I laboratori come interazione
Nell’ultima parte dell’anno scolastico le classi partecipano al laboratorio video curato dal professor Lombardini. Questo laboratorio analizza e rielabora tutti i contenuti video che sono stati registrati nel biennio, relativi ai corsi di teatro oppure alle uscite didattiche e si svolge durante gli orari di scuola oppure con dei rientri appositi. “Per questo progetto scegliamo le classi che hanno dei problemi di socializzazione o che per lo meno hanno delle difficoltà ad amalgamarsi. Si studiano delle storie, dei testi e dei dialoghi. Gli argomenti sono vari: si parte dalla presentazione dell’Istituto e dei corsi passando anche per tematiche sociali come l’emarginazione e la diversità sotto ogni aspetto – spiega la Pasini – lo progettiamo tutti gli anni e lo abbiamo messo a sistema dall’anno scorso. I ragazzi sono molto fragili in prima e in seconda, vuoi perché cambiano scuola oppure perché scelgono la scuola in base ai compagni e non la scelgono direttamente in base a quello che vogliono studiare. In quei due anni nascono delle grandi difficoltà. Il laboratorio aiuta”. In altri casi si attivano dei laboratori teatrali o musicali, collaborando con lavori di gruppo e mescolando le classi. Il progetto teatrale “Visioni oltre confini”, sponsorizzato dal MIUR, al quale l’Istituto Molari ha partecipato assieme ad altre scuole del territorio riminese. Per la preside e i professori, inoltre, è importante anche riconoscere le capacità dei ragazzi e responsabilizzarli. Nella quarta e nella quinta classe SIA, sistemi informativi, ci sono infatti dei ragazzi che gestiscono la pagina Facebook della scuola. I nativi digitali vengono così educati al buon utilizzo degli strumenti della Rete perché “sono fruitori ma lo fanno spesso senza un pensiero, senza un approccio ragionato al dispositivo digitale e alla rete”.
Ma cosa dicono i ragazzi?
“Abbiamo voluto essere rappresentanti d’Istituto quasi per gioco la prima volta, perché c’era una sola lista candidata e ci sembrava giusto offrire un’altra opzione agli studenti – affermano Andrea Astolfi e Giacomo Placucci – abbiamo vinto e l’anno successivo ci siamo nuovamente candidati. Ora è una passione. È bello sapere di contare qualcosa e avere un ruolo attivo. Poter andare ai consigli d’Istituto e partecipare e interloquire direttamente con i professori”. È bello anche se significa dover essere sempre ottimi studenti, essere d’esempio e responsabili. Ma questo non è pesante, a detta loro, in una scuola dove i professori tengono in considerazione gli studenti. “Gli altri studenti poi chiedono a noi dei consigli, ci raccontano i disagi e i problemi e contano su di noi. E noi sappiamo che andando dalla preside saremo ascoltati”. I ragazzi hanno anche la facoltà di decidere come utilizzare i soldi raccolti durante le feste d’Istituto, e l’anno scorso hanno deciso di comprare un grande e comodo divano per la zona relax, dove tutti possono liberamente sedersi per bere un caffè durante le pause. “Abbiamo anche sistemato le porte rotte, sostituito le lavagne e fatto sistemare una moquette”. In questa scuola vige un clima di fiducia reciproca, dove gli studenti si sentono ascoltati e si sentono valorizzati. Una scuola quindi che fa crescere, responsabilizza e aiuta a crescere i cittadini di domani. Ma va tutto così bene? “È vero che la maggior parte dei professori ci aiuta tantissimo, sono quasi diventati degli amici. Ma è anche vero che spesso, inspiegabilmente alcuni ci ostacolano con argomentazioni spesso prive di fondamento, come il volersi opporre a tutti i costi ai 5 minuti in più di ricreazione. L’avevamo progettata e proposta in maniera da non togliere tempo sostanzioso alle lezioni. Ma non hanno comunque voluto”. Qualcosa da migliorare c’è? Sì certo che c’è e si chiama comunicazione. “Ci sono dei professori che si percepisce benissimo che hanno una grande conoscenza della materia che insegnano, ma non sono assolutamente in grado di farsi seguire e ascoltare dai ragazzi. Abbiamo notato che questo capita con dei professori che magari sono 40 anni che insegnano e sono stanchi. È giusto che lo siano, ma è anche giusto per noi ricevere un adeguato insegnamento. Ma di questo non ne ha colpa il nostro Istituto, lo sappiamo”, concludono i ragazzi.
Sara Ceccarelli