È il tempo dello svago, della sperimentazione, della libertà, lontano dai banchi scolastici e dalle restrizioni della maestra? Oppure, è un tempo prettamente educativo/nozionistico, molto simile a quello scolastico, dove vige il rispetto delle regole, gerarchie e orari? Il centro estivo è un po’ questo e un po’ quello, ma l’estate è soprattutto il periodo nel quale si metabolizzano gli insegnamenti ricevuti in inverno, e ne sanno qualcosa le maestre che a settembre trovano dei ragazzi cambiati da tre mesi di “tempo libero”.
Per capire in che modo i ragazzi vivono l’estate “organizzata” in attività, ci siamo fatti aiutare da Debora Natili, direttrice area minori e giovani della cooperativa sociale il Millepiedi, educatrice e psicologa, che da quasi 20 anni supervisiona i servizi scolastici ed extrascolastici della cooperativa, compresi i centri estivi per ragazzi dai 6 ai 18 anni.
Dottoressa Natili, che cos’è il centro estivo? È scuola? È tempo libero?
“In primo luogo i centri estivi sono un servizio importante per il territorio perché svolgono una funzione educativa indispensabile per una provincia come la nostra in cui spesso i genitori d’estate sono più occupati con il lavoro e le attività importanti come la scuola sono sospese. Nel particolare, per la nostra coop. i centri estivi sono servizi educativi e tempo libero e da sempre sono improntati sull’accoglienza, la condivisione, il divertimento e lo sviluppo delle competenze e autonomie. Il nostro stile educativo si basa sulla cooperazione e la “peer education”, in cui partendo dalla forza del gruppo di pari e dal gioco si attua la condivisione di regole comuni, si incrementa l’autonomia dei singoli e si sviluppano le capacità di tutti i bambini, sempre in un’ottica di divertimento, empatia e mai di rivalità o competizione” .
I ragazzi come lo vivono, invece? Vedono la componente ludica oppure è l’ennesima imposizione dei genitori?
“I bambini e ragazzi si divertono e sperimentano nuove attività e nuove relazioni, giocano, fanno sport e attività all’aperto, visitano parchi tematici, vanno al mare e in piscina, etc. Il centro estivo non deve essere mai vissuto come imposizione né tantomeno un prolungamento della scuola, anche se, su richiesta, è prevista la possibilità di fare i compiti insieme, di solito una volta a settimana, ma sempre come libera scelta”.
E i genitori? Cosa cercano i genitori?
“Quello che le famiglie cercano è un luogo sicuro in cui lasciare i propri figli, un luogo stimolante e allegro, dove i bimbi possano trovare coetanei con cui giocare e divertirsi e adulti significativi con cui confrontarsi”.
Dottoressa, che cosa è cambiato negli ultimi 20 anni?
“Negli anni sono cambiati alcuni bisogni delle famiglie e alcune dinamiche tra i ragazzi, si sono modificati i loro interessi, ma alla fine credo che i ragazzi siano sempre ragazzi e, se adeguatamente stimolati e coinvolti, si divertono ancora, come noi anni fa, con giochi semplici e divertenti, alla fine la chiave di tutto è, a mio avviso, sempre la relazione. Quando c’è una buona relazione con i pari e con gli adulti tutto diventa più semplice e coinvolgente. Ci siamo attrezzati imparando il loro linguaggio, conoscendo il loro mondo, per fare poi un percorso insieme”.
Ovviamente, le attività cambiano in base all’età…
“Certo, le attività sono sempre strutturate tenendo in considerazione anche l’età dei bambini e ragazzi, non cambiano dunque molto gli obiettivi, (socializzazione, incremento autonomie, ecc) ma piuttosto gli strumenti (giochi, laboratori, attività, uscite) utilizzati per raggiungerli”.
Angela De Rubeis