Nel suo messaggio di inizio episcopato “Sogno la Chiesa dai cinque talent” proprio per indicare il dono della Chiesa mons. Lambiasi aveva scelto l’immagine del coro, dove ognuno canta con il suo timbro di voce personale e inconfondibile, ma tutti sono impegnati ad eseguire lo stesso spartito, quello del Vangelo. È un’immagine che ben si adatta alla grande festa in programma il giorno di Pentecoste, domenica 31 maggio presso il parco Marecchia. Mille voci, un unico coro, nella vivacità e ricchezza dei doni dello Spirito.
E sarà festa per tutti, perchè la seconda idea che sta alla base di questo incontro è quella della famiglia, della grande famiglia diocesana. Bambini, giovani, famiglie e anziani, un popolo insieme a testimoniare la gioia del dono della fede nel Signore risorto.
E ci sarà una preghiera particolare allo Spirito Santo, perchè riempia di doni la sua Chiesa e la spinga come già fece con quella di Gerusalemme sulle vie del mondo, oggi come ieri. Dalla contemplazione di quel Volto deriva – aveva detto il vescovo nell’Assemblea – la necessità, anzi l’urgenza della Missione. Per un vero cristiano, innamorato del Signore è indispensabile l’annuncio, non per trionfalismo, né per colonialismo culturale o religioso, né per fondamentalismo, ma per amore, solo per amore.
E lo spirito di festa vuole proprio comunicare che solo il linguaggio dell’amore può annunciare un messaggio d’amore. Non la spada, semmai la croce dell’impegno e della condivisione.
E anche se le date e le iniziative si moltiplicano e a volte vanno a sovrapporsi, può essere visto come un segno il fatto che il 31 maggio è anche il giorno che la Chiesa Italiana ha scelto per manifestare la sua solidarietà a quelle famiglie che sono particolarmente colpite dalla crisi economica. La testimonianza della gioia cristiana infatti non è un sorriso segnato dalla paresi del volto, ma una condivisione del cuore e della vita. Soprattutto nel momento della difficoltà il fratello mette la sua spalla accanto a quella del fratello nel bisogno. La Missione alla quale il Vescovo ci spinge alla fine del grande happening si veste dei panni della fraternità con tutti, specie con quelli che Gesù predilige, i più piccoli e poveri. Questa è la Chiesa che il Vescovo annuncia e che vorrà incontrare nella sua Visita Pastorale che caratterizzerà il percorso dei prossimi anni.
Giovanni Tonelli